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Migranti, l’Austria torna sui suoi passi: “Niente esercito al Brennero”

Il cancelliere austriaco Kern, dopo un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha dichiarato che “l’Austria non eseguirà alcun controllo ai confini del Brennero al momento e non sta per ricorrere all’impiego dell’esercito nell’immediato”.
A cura di Charlotte Matteini
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Nonostante la presa di posizione di ieri, questa mattina l'Austria sembra aver cambiato idea e dichiara di non essere intenzionata né a controllare i confini del Brennero né a impiegare il proprio esercito nell'immediato. Sebbene, dunque, nella giornata di martedì 4 luglio la posizione del governo austriaco sembrasse diametralmente opposta, questa mattina, dopo le polemiche, il cancelliere austriaco Christian Kern, dopo un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha spiegato: "L’Austria non eseguirà alcun controllo ai confini del Brennero al momento e non sta per ricorrere all’impiego dell’esercito nell’immediato".

Il dietrofront è stato apprezzato da Palazzo Chigi, che ha spiegato che "la collaborazione tra le forze di polizia produce ottimi frutti e si basa sul rispetto da entrambe le parti delle regole europee, senza alcun bisogno di truppe o mezzi militari da schierare alla frontiera". Proprio ieri l'Italia aveva richiamato l'ambasciatore austriaco per chiedere delucidazioni riguardo la decisione di voler schierare non solo l'esercito al confine tra Austria e Italia, ma anche dei mezzi corazzati, decisione anticipata dai media di tutta Europa e annunciata dal ministro della Difesa austriaco.

Nelle scorse settimane il governo italiano, per voce del ministro dell'Interno Marco Minniti, ha chiesto alla Commissione europea, e di riflesso agli Stati membri dell'Ue, un impegno più concreto per la gestione dei flussi migratori provenienti dal Nord Africa, minacciando la chiusura dei porti italiani alle ong straniere. Replicando alle richieste italiane, Francia e Spagna hanno dichiarato di non essere attrezzati per gestire alcun tipo di accoglienza che esuli da quella relativa ai soli rifugiati politici, la Commissione europea ha invece sostenuto che l'Italia ha sì diritto ad ottenere più solidarietà e aiuti, ma che di pari passo dovrebbe comunque impegnarsi a gestire meglio le procedure di identificazione e rimpatrio dei migranti che approdano sulle sue coste.

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