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Migranti, da Cdm ok a missione in Libia. Sarraj: “Mai chiesto intervento delle navi italiane”

Il premier libico ha smentito il Presidente del Consiglio italiano: “La sovranità della Libia è una linea rossa. Non ci saranno navi militari italiane nelle nostre acque territoriali”. In mattinata, tuttavia, il Consiglio dei Ministri ha dato l’ok alla missione.
A cura di Davide Falcioni
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Si tinge sempre più di "giallo" l'accordo per il controllo dei migranti tra Italia e Libia. Il Consiglio dei Ministri ha infatti dato il via libera alla missione di supporto alla guardia costiera libica. A rivelarlo è stato il capo del governo Paolo Gentiloni: "Quello che abbiamo approvato è né più né meno quanto richiesta dal governo" libico". Nelle scorse ore Fayez al Sarraj, primo ministro del governo di accordo nazionale libico, aveva smentito di aver chiesto all’Italia di inviare navi della Marina Militare nelle acque territoriali libiche per tentare di contrastare i trafficanti di esseri umani che, dal paese nordafricano, imbarcano migranti alla volta delle coste italiane. In una diffusa dai mezzi di informazione libici, Sarraj aveva bollato come infondate le notizie diffuse a riguardo, che a suo giudizio mirano solo a minare l’esito dell’incontro avuto a Parigi martedì scorso con il generale Khalifa Haftar.

Gentiloni: "Missione contribuisce a rafforzare la sovranità libica"

Secondo Gentiloni, intervenuto in conferenza stampa, l'invio di navi "può dare un contributo significativo a rafforzare la sovranità libica, non è iniziativa contro la sovranità libica. Sarebbe non rispecchiare la sostanza della decisione del governo presentarla come un enorme invio di grandi flotte e squadriglie aerei. È una richiesta a cui abbiamo aderito di supporto alla guardia costiera libica". La missione italiana va considerata come un "passo in avanti nel contributo italiano alla capacità delle autorità libiche di condurre la loro iniziativa contro gli scafisti e di rafforzare la loro capacità di controllo delle frontiere e del territorio nazionale. È un pezzo di percorso della stabilizzazione della Libia a cui l'Italia sente il dovere di parteciparvi". Gentiloni ha aggiunto che la missione di supporto alle autorità libiche "può dare un contributo molto rilevante non solo al contrasto dei mercanti di esseri umani, ma per governare i flussi migratori".

Gentiloni: "Sarraj ha chiesto unità navali italiane in Libia"

Fayez al Sarraj è stato ricevuto mercoledì scorso dal presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, che al termine del vertice ha riferito di una richiesta arrivata da Tripoli: "Il presidente Sarraj mi ha indirizzato alcuni giorni fa una lettera nella quale si chiede al governo italiano un sostegno tecnico attraverso unità navali nel comune contrasto al traffico di esseri umani. Un sostegno tecnico a un impegno comune da svolgersi in acque libiche con unità navali inviate dall’Italia”, ha dichiarato due giorni fa Gentiloni nel corso di una conferenza stampa tenuta proprio accanto a Sarraj.

Sarraj smentisce Gentiloni: "Chiesto solo un supporto nell'addestramento e nella fornitura di strumenti tecnici"

Decisamente diversa la versione offerta dal primo ministro libico nella nota diffusa ieri: “Con gli italiani abbiano concordato di continuare nel sostegno alla Marina libica attraverso addestramento e fornitura di attrezzature militari che ci consentano di condurre operazioni di soccorso verso i migranti e di contrastare i trafficanti di esseri umani, oltre alla fornitura di attrezzature elettriche di controllo per i nostri confini meridionali”. Sarraj ha quindi aggiunto che “la sovranità della Libia è una linea rossa”. Che significa, molto chiaramente, che non verranno tollerate navi della Marina Militare italiane nelle acque territoriali libiche. Le dichiarazioni di Fayez al Sarraj chiudono per il momento ogni possibilità – descritta in alcune ricostruzioni giornalistiche – di un intervento diretto delle forze armate italiane in Libia.

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