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Migranti, Alfano lancia gli hotspot galleggianti: “Così non fuggirà nessuno”

Il Ministro dell’interno rilancia l’idea degli hot spot galleggianti: “Operazioni di identificazione direttamente a bordo, senza far fuggire nessuno”
A cura di Antonio Palma
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Centri di identificazione temporanea per migranti in mezzo al mare come fossero veri e propri centri galleggianti. È la nuova idea del Ministro dell'Interno Angelino Alfano per la realizzazione dei cosidetti hotspot, i centri richiesti dal piano dell'Unione europea per i migranti. Lo scopo è quello di non permettere a nessun migrate in arrivo di poter scappare e sottrarsi così all'identificazione, uno dei punti centrali degli accordi con Bruxelles. "Siamo disponibili ad aprire nuovi hotspot, anche galleggianti", ha rilanciato infatti il numero uno del Viminale prendendo in qualche modo in prestito un'idea già avanzata dal leder della Lega Nord Matteo Salvini che aveva proposto di usare piattaforme Eni in disuso nel Mar Mediterraneo.

"Questo sistema consentirà di fare le operazioni di identificazione direttamente a bordo, senza far fuggire nessuno, e a questo meccanismo possono contribuire le agenzie umanitarie e Frontex" ha tenuto a sottolineare Alfano. Con l'Ue "c'è una disponibilità assoluta da parte nostra ad aprire nuovi hotspot anche perché ci conviene, e decideremo dove farlo in base alle esigenze" ha ribadito Alfano ricordando che alla proposta di creare hotspot galleggianti "la Commissione Europea ha dato un parere sostanzialmente favorevole pur evidenziando alcune criticità".

In realtà la Commissione sembra meno propensa al'ipotesi. "Frontex non dispone in permanenza di navi più grandi. Confido che l’Agenzia valuterà la proposta ma, come viene giustamente, il trasferimento in alto mare da una nave all’altra di un gran numero di migranti soccorsi/intercettati ne metterebbe a rischio la vita" ha chiarito infatti il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos che ha appena inviato una lettera di critiche all'Italia. "Pur riconoscendo il forte impegno dell’Italia, un gran numero di sbarchi avvengono al di fuori dei punti di crisi (hotspot), e i previsti gruppi mobili addetti ai punti di crisi non sono ancora operativi. È quindi importante predisporre i punti di crisi supplementari in Sicilia" ha scritto Avramopoulos nella missiva non escludendo che sui Cie possa essere avviata una procedura di infrazione contro l'Italia. "Per quanto riguarda il rimpatrio e la riammissione, l’attuale capacità ricettiva dei centri di trattenimento chiusi è chiaramente insufficiente e deve essere ampliata rapidamente. Occorre inoltre predisporre urgentemente un nuovo programma di rimpatrio volontario assistito" ha concluso il Commissario Ue .

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