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Migranti a Calais, anche Francia e Gb chiedono aiuto a Ue: “Non è solo problema nostro”

I due governi in un lettera congiunta accusano i Paesi di frontiera come Italia e Grecia di non fare da filtro.
A cura di Antonio Palma
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Anche Francia e Gran Bretagna si scoprono impotenti davanti alla situazione drammatica dei migranti che cercano di entrare nei loro Paesi. Dopo quanto accaduto e sta accadendo a Calais dove migliaia di migranti ogni giorno sfidano la sorte nel tentativo di poter attraversare la Manica e giungere così nel Regno Unito, infatti i governi dei due Paesi hanno chiesto aiuto all'Unione Europea. Seguendo in un certo senso l'esempio italiano per gli sbarchi a Lampedusa, Parigi e Londra infatti hanno spiegato che il caso Calais, dove si registrano purtroppo anche alcune vittime tra i migranti, non è una questione che riguarda solo la "Francia e la Gran Bretagna, ma è una priorità a livello europeo e internazionale". In particolare i governi dei due Paesi hanno sottoscritto insieme una lunga lettera aperta apparsa domenica sui quotidiani locali a firma dei ministri degli Interni britannico, Theresa May, e francese, Bernard Cazeneuve.

Nel testo si fa riferimento a una "crisi mondiale" dei migranti che deve avere priorità a livello "europeo ed internazionale". I due ministri in particolare si aspettano un aiuto dagli altri Paesi comunitari per affrontare "alla radice" l'emergenza. Nella lettera infatti si fa riferimento esplicito a Italia e Grecia, i cosiddetti Paesi di frontiera che secondo Parigi e Londra non farebbero da adeguato filtro. "Molti di coloro che si trovano a Calais e cercano di attraversare la Manica sono passati attraverso l'Italia, la Grecia e altri Paesi. Per questo chiediamo con forza agli altri stati membri, e a tutta l'Ue, di affrontare il problema alla radice" si legge infatti nella missiva.

I due Paesi sottolineano la differenza tra chi fugge dalle guerre e quanti si mettono in viaggio in cerca di lavoro. "L'Europa darà sempre protezione a chi veramente scappa dai conflitti e dalle persecuzioni. Tuttavia, dobbiamo rompere il nesso che c'è tra le traversate del Mediterraneo e lo stabilirsi in Europa per ragioni economiche. Al momento, insieme, stiamo rimpatriando 200 migranti al giorno che non hanno il diritto di asilo" spiegano i ministri proponendo una "strategia a lungo termine" per risolvere il problema: ridurre il numero di migranti che partono dall'Africa, smantellando le reti di trafficanti e scafisti attraverso la collaborazione tra servizi di intelligence europei.

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