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Migranti: 6 persone condannate per tratta di esseri umani, prima sentenza in Italia

Per la prima volta riconosciuta l’esistenza di una associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il processo nasce dalle rivelazioni dei superstiti del terribile naufragio di Lampedusa che nell’ottobre 2013 costò la vita a più di 300 persone.
A cura di Antonio Palma
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Per la prima volta in Italia una sentenza della magistratura riconosce l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale che gestiva il traffico dei migranti vero il nostro Paese. Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Angela Gerardi, infatti ha condannato in primo grado per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sei imputati, tutti cittadini eritrei, ritenuti colpevoli di aver organizzato e portato avanti una rete criminale dedita all'immigrazione clandestina. La pena maggiore inflitta dal Gup nel processo svolto con rito abbreviato è di sei anni e quattro mesi, quella inferiore è di due anni.

Il processo nasce da un'inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Palermo denominata "Glauco 1" aperta a seguito del naufragio di un barcone di migranti a Lampedusa che nell'ottobre 2013 costò la vita a più di 300 persone. "L'indagine ha dimostrato che l'organizzazione opera come un vero e proprio network criminale, con diverse cellule operanti nei territori di riferimento, cui vengono attribuiti compiti specifici e determinati al fine di organizzare, in prima battuta, i viaggi della speranza di migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini dall'Africa verso l'Italia favorendone così l'ingresso e la permanenza clandestina in Italia", hanno spiegato i pm Ferrara e Camilleri durante la requisitoria.

I sei imputati, già in carcere dal 2014, secondo l'accusa e il Gup infatti facevano parte del gruppo che doveva gestire la permanenza in Italia dei migranti giunti dalla Libia e il loro trasferimento eventuale in altri Paesi europei. Tra di loro anche il primo pentito tra i trafficanti di esseri umani, Nuredin Atta, condannato a 5 anni. Assenti sul banco degli imputati e quindi processo a loro carico sospeso per i capi dell’organizzazione criminale che da anni si nascondono in Libia.

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