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Migranti, 11mila sbarchi in 7 giorni. Cei: “L’Europa se ne lava le mani”

Con l’arrivo della bella stagione gli sbarchi si moltiplicano ma anche i decessi in mare senza un’efficace strategia di risposta. Dall’inizio dell’anno i morti in mare sono quasi un migliaio. I ministri Ue chiedono “l’intervento risoluto” di Bruxelles.
A cura di Biagio Chiariello
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11 mila profughi soccorsi nel Canale di Sicilia in sette giorni dalla Guardia Costiera nell'ambito delle operazioni Frontex. Solo ieri sono stati raggiunti a ridosso delle acque libiche 4 gommoni e un barcone carichi di persone. Gli interventi, ai quali hanno partecipato anche la Marina Militare e la Guardia di Finanza e due mercantili, hanno consentito di trarre in salvo 574 persone. Una soluzione che ha portato all’attacco della Cei: "L'Europa si gira dall'altra parte”. Non trovare soluzioni alternative "all'intervento armato" o alle "braccia allargate", è per i paesi europei "un modo elegante per lavarsi le mani di fronte ad un dramma che sarà sempre più insopportabile dall'Italia". E' il duro commento dei vescovi sulla gestione dell'emergenza sbarchi che sta interessando soprattutto nelle ultime settimane il nostro Paese. Alle critiche della Cei fanno eco i ministri Affari Ue di Francia, Germania, Italia e Slovacchia riuniti a Cesena: "Gli ultimi tragici eventi nel Mediterraneo richiedono una reazione forte e comune dell'Europa": è una tragedia che riguarda tutta l'Europa e che "richiede una risposta europea risoluta", "una politica migratoria comune e coerente".

"Esprimiamo il nostro cordoglio per la perdita di vite umane e chiediamo – si legge in una nota congiunta dei ministri – un'efficace azione per la lotta contro le reti criminali che approfittano di disperati che vogliono raggiungere l'Europa". "Questa tragedia riguarda l'Europa nel suo complesso e richiede una risposta europea risoluta", ribadiscono i ministri. Una tragedia che "mostra l'urgenza di sviluppare una politica migratoria europea comune e coerente, che affronti i temi del controllo delle frontiere e della stabilità e sviluppo dei paesi di origine e di transito. Tali questioni devono ora entrare nella nuova agenda europea per la migrazione". I limiti dell'operazione Triton "li vediamo ed è chiaro che in assenza di un governo in Libia i rischi per terrorismo e ondate migratorie crescono” ma tra i 28 Stati membri UE "non c'è ancora la volontà collettiva di un'azione marittima più forte". E' l'indicazione di alte fonti diplomatiche europee in vista del Consiglio Esteri che lunedì avrà in agenda la Libia.

950 morti in mare nel 2014

Nel frattempo si è registrato un grave incidente a bordo di un barcone approdato a Lampedusa: è infatti esplosa una bombola di gas che ha provocato il decesso di almeno una donna e il ferimento di 18 profughi. Il Mar Mediterraneo continua a essere tomba per migranti e rifugiati: secondo le stime dell'Unhcr, sono già 950 le vittime quest'anno.

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