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Mette le dita nel naso dopo aver toccato il giardino. 50enne rischia di morire

Le dimensioni del viso di Anita si sono quasi raddoppiate e sulle guance sono comparse delle enormi vesciche. Per giorni la donna non ha capito cosa stesse succedendo. Fino a quando i medici non hanno notato quel piccolo graffio all’interno di una narice…
A cura di B. C.
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Ce lo insegnano sin da bambini che mettere le dita nel naso è segno di cattiva educazione. Ma può essere anche molto pericoloso. Lo sa bene Anita Clark, 50 anni, di Clayton, Manchester, madre di due figli, che ha quasi perso la vita a causa di una grave infezione che le ha devastato il viso. La donna stava facendo alcuni lavori in giardino, quando si è messa le dita nel naso: con l’unghia ha provocato un piccolo graffio all’interno di una narice e trasmesso dei batteri: le dimensioni del viso sono quasi raddoppiate, e sulle guance sono comparse delle enormi vesciche. Anita, che di lavoro fa l’infermiera, era terrorizzata non avendo idea di cosa le stesse succedendo, finché i medici hanno notato quella lieve ferita all’interno della narice.

“Dopo aver fatto giardinaggio, ho stranamente cominciato a sentirmi giù, ma ho pensato che fosse a causa del lavoro” ricorda la donna. "Così ho deciso di andare a letto presto, certa che il giorno dopo sarei stata meglio per andare a lavoro”. Non era così: "Quando mi sono svegliato, non riuscivo quasi neanche a stare in piedi, avevo un forte mal di testa, ma comunque sono andato a lavorare perché mi sento abbastanza bene per alzarmi e fare tutto il resto. Ma quanto sono entrata in reparto, il mio collega mi ha guardato e ha detto: ‘Anita, che succede?’. Quando mi sono guardata allo specchio ho capito che era veramente rosso. Ho comunque continuato a lavorare, ma più passava il tempo più mi sentivo accaldata. Alla fine il mio capo mi ha consigliato di tornare a casa” racconta.

Anita aveva sviluppato la cellulite infettiva, un’infiammazione acuta e grave del derma e degli strati sottocutanei che, se non curata rapidamente, può causare sepsi o danni al rene. “Avevo la pelle come quella del coccodrillo, pensavo che il mio viso non sarebbe più tornato normale”, afferma la 50enne, che ora è fuori pericolo, dopo la somministrazione di antibiotici specifici. “Fortunatamente l’infezione non ha raggiunto gli occhi, altrimenti forse sarei rimasta cieca” ammette. “Ringrazio davvero i medici, sono solo che mi hanno salvata”.

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