Metodo Stamina, Vannoni: “Siamo sotto attacco mediatico”

Il padre del metodo Stamina Davide Vannoni si è difeso dalle accuse rivolte nei suoi confronti negli ultimi tempi attraverso un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook. In particolare, la difesa di Vannoni arriva in seguito a una puntata della trasmissione televisiva “Presa Diretta” dedicata esclusivamente al metodo basato sulle cellule staminali. Nel post l'ideatore del metodo Stamina ha lamentato di essere oggetto di una persecuzione con la complicità dei media. Vannoni ha detto di dover affrontare col vice della Stamina Foundation Marino Andolina “un momento difficile”. “È difficile per me e per Marino che siamo sotto un attacco mediatico mai visto prima nel quale menzogne e falsificazioni si sommano, creando sempre più confusione”, scrive Vannoni. Su Facebook si legge che nel periodo 2007/2009, quando Stamina non era operativa, alcuni pazienti hanno pagato, cifre diverse – sottolinea Vannoni – da quanto hanno dichiarato “e questo mi fa sorgere molti dubbi sulle ragioni di tali denunce dell’ultima ora”. Con quei soldi dei pazienti il presidente di Stamina Foundation ha spiegato di aver “costruito un laboratorio” e di aver somministrato le terapie.

Mai, invece, sarebbero stati chiesti soldi alle persone in cura a Brescia: “Nessuna iniezione di straforo è mai stata fatta a Brescia – ha aggiunto – perché le provette sono catalogate su due database informatici gestiti separatamente”. Per Vannoni le principali vittime di questa campagna di disinformazione “sono soprattutto le famiglie dei pazienti in cura e quelli in lista di attesa”. Persone – ha scritto ancora – “che stanno vivendo giorni di angoscia nella paura che Brescia venga bloccata”. “Bene – continua ancora nel suo post – anche se questa marea di fango ci ha sporcato le scarpe, credo che chi ha seguito questa vicenda con un minimo di obiettività abbia iniziato ad aprire gli occhi e a capire a quale sistema affida la propria salute. Se Stamina scomparirà e con essa l'esperienza portata avanti in Italia, molte persone si stanno già organizzando per fare in modo che questa metodica non muoia o venga derubricata alla stregua di una pratica alchemica”.