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Mestre: prete chiede ai dirigenti comunali più ricchi di donare 500 euro al mese per i poveri

Don Fausto Bonini si è rivolto ai dirigenti comunali che prendono oltre 100mila euro di stipendio, sollecitandoli ad aiutare le famiglie bisognose.
A cura di D. F.
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Don Fausto Bonini, arciprete del Duomo di Mestre, ha proposto ai dirigenti più facoltosi del Comune – quelli con stipendio annuo sopra i 100mila euro – di devolvere 500 euro al mese a favore delle famiglie più bisognose. La proposta del parroco è stata fatta sulle pagine del settimanale della curia Piazza Maggiore ed ha innescato immediatemente moltissime reazioni. L'arciprete si dice cosciente del fatto che gli emolumenti dei dirigenti comunali sono regolati da contratti nazionali, ma usa il termine "scandalizzato" per definire la sua reazione di fronte alle cifre. Un turbamento che nasce dall'analisi di una realtà di crisi che non sembra aver fine: negozi e piccole imprese che chiudono, persone licenziate con famiglie a carico, imprenditori che hanno scelto di porre fine alla loro vita.

Da queste osservazioni è scaturita la proposta, definita "facile facile". Don Fausto, a proposito, ha anche raccontato come da tempo la parrocchia sia diventata un centro di solidarietà dove chi può di più dà una mano volentieri alle famiglie schiacciate dalla crisi. Proprio per questo ha pensato di chiedere ai dirigenti di andare dal parroco, chiedere il nome di una famiglia bisognosa, e ad essa devolvere 500 euro al mese, per un anno. "Briciole, per la cifra che prendete. Potrebbero risolvere – sottolinea – qualche problema di sopravvivenza". All'iniziativa dell'arciprete trova l'appoggio di don Dino Pistolato, vicario episcopale per gli affari economici, che la definisce "congrua" rispetto alle attività di solidarietà e prossimità verso le famiglie bisognose portate avanti da anni dalla diocesi veneziana. "Ridurla nella lettura ai soli dirigenti comunali, i cui emolumenti sono pubblicati- rileva don Dino -, sarebbe riduttivo e sbagliato. La crisi, che sembra non finire, non ha colpito tutte le famiglie nello stesso modo. La sollecitazione di don Fausto deve diventare uno stile di vita, una prassi, non un atto perché qualcuno ti ha spronato. Bisogna uscire dall'anonimato, che non significa sbandierare sulla stampa il fatto che do mille euro o cercare i riflettori, ma avere la forza di coinvolgere gli altri, di unirsi agli altri, per fare qualcosa a favore di chi non ha o si trova in difficoltà".

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