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L'omicidio Meredith Kercher

Meredith, difesa Sollecito: “200 sviste ed errori nella sentenza, assolvetelo”

Il processo per l’omicidio di Meredith Kercher approda mercoledì in Cassazione. I legali di Raffaele Sollecito, imputato insieme ad Amanda Knox, hanno presentato un ricorso che evidenzia 200 tra “sviste, lapsus ed errori grossolani” nella sentenza di condanna.
A cura di Susanna Picone
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Secondo la difesa di Raffaele Sollecito, l’ex studente di Perugia condannato per l’omicidio di Meredith Kercher insieme all’americana Amanda Knox, la sentenza della Corte d’assise d’appello di Firenze conta 200 tra “sviste, lapsus ed errori grossolani”. Anche su questo si basa il loro ricorso presentato in Corte di Cassazione, ricorso col quale gli avvocati di Sollecito chiedono l’annullamento della condanna subita dall’ingegnere pugliese. Il procedimento approderà in aula mercoledì 25 marzo. Raffaele Sollecito ha fatto sapere che sarà presente accanto ai suoi legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori. Il ricorso della difesa di Sollecito si compone di 653 pagine e 144 allegati. È diviso per capitoli, dedicati a quelli che sono considerati gli errori dei giudici di Firenze che hanno condannato i due ex fidanzati a 25 anni (per Sollecito) e 28 anni e sei mesi (per Amanda Knox). La difesa di Sollecito contesta la sentenza d'appello dei giudici fiorentini nella parte in cui sostiene la presenza di più soggetti nella casa del delitto sulla base delle tracce di sangue evidenziate con il luminol dalla polizia scientifica. Secondo gli avvocati c’è però un documento successivo degli stessi investigatori che esclude invece i reperti ematici.

La difesa di Sollecito chiede l'annullamento della condanna – Per la difesa il collegio “si confonde” poi sull'impronta di scarpa insanguinata di Rudy Guede (l’uomo che sta scontando 16 anni di reclusione ormai definitivi per l’omicidio di Perugia) attribuita invece a un piede nudo della Knox. Si tratta della stessa traccia che inizialmente venne ritenuta delle calzature di Sollecito portando al suo arresto ma poi rivelatasi dell'ivoriano. Inoltre ampio spazio nel ricorso è dedicato alla prova genetica, in particolare al Dna di Sollecito, secondo l'accusa, trovato sul gancetto del reggiseno della vittima. Al termine del ricorso la difesa di Sollecito chiede l'annullamento della condanna. In via principale senza rinvio, rendendolo cioè definitivo da subito, o in subordine rimandando il procedimento ad altri giudici per un nuovo esame.

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