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Meningite, morto un uomo di 65 anni a Messina. Ricoverata una ragazza in Puglia

Continua l’allarme meningite in tutta Italia. In Sicilia è deceduto un uomo ma, secondo i sanitari, il caso non deve allarmare perché appartenente ad un ceppo diverso rispetto a quello che ha colpito in Toscana. Conclamato, invece, il primo caso in Puglia di una 17enne, attualmente ricoverata sotto osservazione.
A cura di Ida Artiaco
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Continua l'allarme meningite in tutta Italia. Dopo i casi degli ultimi giorni in Toscana, a Napoli e a Milano, domenica mattina all'alba è morto un uomo di 65 anni a Messina. Le sue condizioni si erano aggravate durante la nottata dopo due giorni di ricovero. Per il primario del reparto di malattie infettive del Policlinico della città siciliana, Giuseppe Nunnari, "il quadro clinico dell'uomo risultava già fortemente compromesso perché cardiopatico e con un grave edema polmonare, oltre ad avere la meningite". Il medico ha anche sottolineato come "non debba creare allarme questo caso, da pneumococco e non da meningococco, diverso per appartenenza a ceppi distinti della stessa patologia di quelli che si sono verificati nel resto d'Italia nell'ultimo periodo".

Il 65enne al momento del ricovero aveva la febbre già da due giorni, a cui si era aggiunto un forte mal di testa. Con la perdita dei sensi i familiari si sono mossi tempestivamente, così come i medici del pronto soccorso che sono intervenuti per salvarlo. Ma non c'è stato nulla da fare. È stata attivata la profilassi solo a scopo precauzionale. Questo tipo di meningite, infatti, presenta in genere un basso tasso di mortalità del 20/25 per cento, a differenza del ceppo più aggressivo.

Preoccupanti restano invece le condizioni di una ragazza di 17 anni residente ad Andria, in Puglia, ricoverata dallo scorso 5 gennaio. Le ultime analisi hanno confermato che si tratta di meningite batterica. Si tratta del primo caso conclamato in tutta la regione. La paziente, che resta stabile anche se in via di miglioramento, sarà trasferita dal reparto di rianimazione dove si trova in quello di pediatria, dove resterà in osservazione per almeno dieci giorni. L'adolescente, sottolineano dalla Asl, non è più infettiva da 24 ore dopo il suo arrivo in ospedale e tutte le persone che erano entrate in contatto con lei, nei giorni immediatamente precedenti alla comparsa dei sintomi e fino a prima dell'inizio della terapia a cui è stata sottoposta, sono state a loro volta sottoposte a profilassi antibiotica.

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