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Membro Csm partecipa a campagna per no al referendum. Pd: “Assurda politicizzazione”

Polemica per le dichiarazioni di Morosini, membro CSM che aderisce a Magistratura Democratica. Il responsabile Giustizia del Pd Ermini: “Avrei terrore a farmi giudicare da uno così”
A cura di Redazione
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AGGIORNAMENTO: Dopo la richiesta di chiarimenti del ministro della Giustizia Orlando, Morosini smentisce parzialmente quanto riportato dal Foglio: "“La vicenda mi ferisce perché mi sono state attribuite frasi incomplete, parole che non ho detto e che travisano un colloquio informale”.

Nel giorno in cui arriva l’ennesima batosta giudiziaria per il Partito Democratico, con la condanna a 3 anni di reclusione per evasione fiscale per Renato Soru, segretario regionale in Sardegna ed europarlamentare, si rinnova la polemica fra renziani e parte della magistratura. La causa dell’ennesimo scontro al vetriolo è scatenata dall’intervista rilasciata al direttore del Foglio di Piergiorgio Morosini, consigliere al CSM ed esponente di Magistratura Democratica, la corrente “di sinistra” dell’associazione dei magistrati.

Il magistrato ha infatti parlato del suo impegno per il no al referendum confermativo sulla riforma della Costituzione, spiegando di voler fare campagna elettorale attiva. “Bisogna guardarsi bene dal rischio di una democrazia autoritaria”, spiega Morosini, aggiungendo le sue perplessità sulla nuova architettura istituzionale disegnata dalla riforma che porta la firma del Presidente del Consiglio e del ministro per le Riforme e i Rapporti col Parlamento: “Un rapporto equilibrato tra Parlamento e organi di garanzia va preservato, occorre votare no a ottobre”.

Parole che hanno provocato l’immediata reazione di David Ermini, responsabile Giustizia del Partito Democratico. “Io avrei il terrore di farmi giudicare da uno così”, ha spiegato l’esponente renziano nel corso della sua partecipazione alla trasmissione televisiva Omnibus, chiarendo però che il PD non ha intenzione di recedere dalla linea garantista: “Non vogliamo semplicemente difendere gli indagati, ma ci interessa fornire ai magistrati tutti gli strumenti utili per punire i colpevoli, in particolare per i reati di corruzione. Questo è anche il modo per non essere simili a Berlusconi nel rapporto con la giustizia. I magistrati dovrebbero riconoscerlo al Pd, invece di dire che non è cambiato niente”.

Nella polemica è intervenuto anche il ministro Orlando, che ha chiesto al CSM un incontro formale per un chiarimento sulla questione.

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