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Meloni ad Atreju: “Punto alla leadership del centrodestra, anche se sono donna e mamma”

La padrona di casa Giorgia Meloni chiude la festa di Atreju con un monito ai suoi alleati: guiderà la coalizione. “Mi diranno che sono donna, mamma, troppo di destra ma io vado avanti fino a dove mi porta il popolo”, così ha ribadito la leader di Fratelli d’Italia. Rimane aperto il nodo delle primarie nella coalizione: Salvini e Meloni le vogliono, Berlusconi no.
A cura di Annalisa Cangemi
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Giorgia Meloni chiude la festa dei giovani del centrodestra di Atreju, con un monito ai suoi alleati: "Mi diranno che sono donna, mamma, troppo di destra ma io vado avanti fino a dove mi porta il popolo". La Meloni ha un obiettivo chiaro e punta alla leadership della coalizione: non ci sta a cedere lo scettro al collega Matteo Salvini della Lega Nord, sebbene sia il politico che nella kermesse iniziata venerdì alle Officine Farneto abbia ottenuto più applausi.

Per questo ha chiesto le primarie insieme al suo alleato numero uno: ma lei e Salvini devono fare i conti con Berlusconi, determinato invece a opporsi alle consultazioni per scegliere il candidato designato dagli elettori del centrodestra. Ma il mantra è sempre lo stesso, ripetuto più volte durante questi 3 giorni: "Il centrodestra deve presentarsi unito" alle politiche del 2018, altrimenti ne verrebbe minata la credibilità. "Un'alleanza di patrioti – l'ha battezzata la Meloni – che faccia gli interessi degli italiani massacrati da anni di governi di inciuci. 

Il primo banco di prova sarà comunque il 5 novembre: "Se in Sicilia vinciamo lo dimostreremo che si vince con le proposte serie non con le melasse", ha precisato Giorgia Meloni a proposito delle elezioni regionali sull'Isola, in cui Fratelli d'Italia appoggia Nello Musumeci, in testa secondo i sondaggi con il 38%, subito seguito da Giancarlo Cancelleri del M5S (31%).

Non è chiaro chi la spunterà tra Salvini e Berlusconi, che hanno detto sì al Rosatellum bis, la proposta di legge elettorale depositata dal Pd in commissione Affari Costituzionali, e Fratelli d'Italia, nettamente contrario alla nuova legge: "Che almeno si conceda la discrezionalità nell'usare le liste bloccate perché io voglio che parlamentari di Fdi li scelgano i cittadini", ha ribadito la leader di Fdi. La Meloni attacca poi Emanuele Fiano, il relatore della legge elettorale e primo firmatario della legge contro la propaganda fascista: "Vorrei dire a Fiano che unica cosa fascista l'ha fatta lui, perché nel fascismo c'erano le liste bloccate". La padrona di casa chiede che nella nuova legge sia anche introdotto il premio di maggioranza, oltre alle preferenze. Il sistema proporzionale piace invece a Silvio Berlusconi.

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