16 CONDIVISIONI

Melbourne, uccide una persona e spara contro la polizia, poi chiama in tv: “È per l’Isis”

La polizia australiana ha confermato che si tratta di terrorismo e lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco: un uomo, che ha ucciso una persona e tenuto in ostaggio una donna, ha chiamato in tv dicendo che lo aveva fatto in nome dello Stato Islamico. La polizia lo ha raggiunto e gli ha sparato nel conflitto a fuoco.
A cura di Ida Artiaco
16 CONDIVISIONI
Operazione di polizia in corso a Melbourne (Twitter).
Operazione di polizia in corso a Melbourne (Twitter).

Il terrorismo islamico ha colpito anche a Melbourne, in Australia. Un uomo, sospettato di aver tenuto in ostaggio una donna e di aver ucciso un altro uomo, ha chiamato l'emittente televisiva locale Channel 7 dichiarando di aver compiuto quell'attacco in nome dell'Isis. Tutto è cominciato ieri, alle quattro del pomeriggio, ora locale, intorno alle otto del mattino in Italia, quando è stata segnalata una grossa esplosione nella zona di Bay Street, sobborgo sul mare della città australiana. Quando la polizia è giunta sul luogo indicato, ha trovato all'ingresso dell'edificio il corpo senza vita di un uomo. Intanto, l'aggressore, barricato all'interno dell'appartamento, ha contattato la stazione tv, confessando alla giornalista: "Questo è l'Isis, questo è per Al Qaeda".

È seguito un conflitto a fuoco con l'uomo armato, durante il quale sono rimasti feriti tre agenti, mentre è morto l'aggressore, identificato come Yacqub Khayre, di origini somale che secondo le forze dell'ordine "era già noto alle autorità anti-terrorismo del Paese" per aver progettato un piano d'attacco contro una base militare a Sydney. All'interno dell'edificio, la polizia ha anche ritrovato una donna tra i 20 e i 30 anni d'età che era stata tenuta in ostaggio. È stata allertata anche la squadra anti-esplosione per la presenza di un pacco sospetto all'interno dell'edificio. Il primo ministro australiano Daniel Andrews ha espresso la vicinanza agli agenti feriti nel corso dell'operazione.

Nella tarda serata di ieri 5 giugno è arrivata anche la rivendicazione del Califfato che attraverso la sua voce ufficiale, l'agenzia di stampa Amaq, ha affermato che il killer "è uno dei nostri soldati". Come spesso succede è stato il Site di Rita Katz, citando l'Amaq, a diffondere la rivendicazione. Subito dopo l'attacco la polizia locale non aveva né confermato né smentito possibili legami col terrorismo, mentre sui social network gli account di alcuni combattenti islamici già stavano festeggiando l'ennesimo attentato.

16 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views