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Medici: stop ai turni estenuanti in ospedale, ma si rischia il caos

Dal 25 novembre entra in vigore la normativa Ue sugli orari di lavoro dei medici negli ospedali, ma molte asl alle prese con i tagli difficilmente usciranno a riorganizzare i turni.
A cura di Antonio Palma
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Dal 25 novembre in tutta Italia stop ai turni massacranti per i medici in ospedale e maggior riposo a tutti i camici bianchi per legge. Dopo anni di rinvio infatti l'Italia ha dovuto recepire la direttiva europea del 2003 che stabilisce precisamente gli orari di lavoro dei medici nelle strutture sanitarie e di conseguenza vieta le lunghe notti di guardia a cui sono abituati molti sanitari nel nostro Paese. Nel dettaglio la legge prevede che i medici delle strutture pubbliche non possono lavorare più di 48 ore a settimana, più di 13 ore di seguito e devono avere un riposo minimo di 11 ore. Una normativa varata dall'Ue nell'ambito di una politica di maggior tutela della salute dei pazienti con una riduzione del rischio di errore per i medici, ma che in molti ospedali italiani sotto organico potrebbe scatenare il caos.

"A conti fatti ci vuole davvero poco per arrivare a multe di decine di migliaia di euro, ma in certe realtà dove il personale è già al limite, la riorganizzazione è davvero impossibile" ha confermato Carlo Palermo, vice segretario nazionale dell'associazione Anaao Assomed. I problemi maggiori sono per le Asl delle regioni già in rosso e con un piano di rientro. Se i sindacati premono per stabilizzare i precari bloccando il turn-over, ci sono però regioni come Calabria, Campania e Molise già alle prese con i tagli che non potranno assumere e difficilmente saranno in grado di organizzare nuovi turni sulla base dei nuovi orari. Sulle asl però incombe anche un altro pericolo, quello di dover rimborsare gli straordinari degli anni passati. Secondo Consulcesi infatti migliaia di medici sarebbero pronti a una class action per ottenere un risarcimento per le ore lavorate e non pagate dal 2003 a oggi. Un vero e proprio salasso per le casse pubbliche.

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