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Mazzette a soldati e poliziotti: così i barconi salpano indisturbati dalla Libia

Ecco come fanno gli scafisti a salpare indisturbati dalle coste libiche: pagando tangenti a militari e poliziotti che dovrebbero sorvegliarli…
A cura di D. F.
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Una delle domande che ci si sta ponendo in questi giorni, a quasi una settimana dalla più grave tragedia nel Mediterraneo della storia recente, è come sia possibile che decine di barconi di migranti riescano a salpare dalle coste libiche senza alcun ostacolo. La risposta potrebbe essere più semplice di quanto si immagina ed ha a che fare con la corruzione dei militari che dovrebbero sorvegliare, ma dietro lauto compenso accettano volentieri di chiudere non uno, ma entrambi gli occhi. A rivelarlo è il Corriere, che ha ottenuto la testimonianza dell'eritreo Yehdego Medhane, 34 anni, latitante ricercato dalla polizia italiana.

Nella registrazione di una conversazione del primo agosto scorso si legge: "Medhane riferisce di avvalersi della collaborazione di alcuni appartenenti alla locale Guardia costiera. In diverse occasioni infatti, pagando questi ultimi, ha ottenuto in cambio la liberazione di alcune imbarcazioni. Altre volte la stessa Guardia costiera ha fornito maggiore attenzione alle unità in difficoltà". L'eritreo vantava conoscenze tra i soldati, e raccontava che "due volte sono stati fermati in mare dalle navi militari, e sono stati lasciati andare via pagando. Medhane aggiunge che un giorno un loro barcone si è guastato in mare, e questi militari li hanno soccorsi e li hanno accompagnati fino alle acque internazionali".

Parlando con un'altra persona Medhane spiega di avere a disposizione due mezrha, ovvero due capannoni contenenti migranti pronti a salpare, aggiungendo che "sul posto quattro pescatori forniscono la situazione del mare, sono bravi a capire le condizioni meteo per poter affrontare eventuali viaggi: fino adesso abbiamo lavorato bene e non ci sono stati incidenti… Delle 750 persone 500 sono partite, altre 135 che hanno pagato in ritardo saranno trasferite al mezrha vicino al mare".

Secondo gli inquirenti che hanno effettuato le intercettazioni "in molte conversazioni si è ascoltato come Medhane sia impegnato nel fare uscire dal carcere i migranti clandestini arrestati in Libia, dietro pagamento di cospicue somme di denaro a personaggi corrotti, in servizio presso le carceri libiche".

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