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Mazara, peschereccio siciliano sequestrato da militari tunisini

Nella notte di ieri, pochi minuti dopo la mezzanotte, un peschereccio di Mazara del Vallo è stato sequestrato da cinque militari tunisini, mentre si trovava in acque internazionali, nel Canale di Sicilia, a Sud di Lampedusa.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un'imbarcazione di pescatori di Mazara del Vallo, l'"Anna Madre", è stato sequestrato nella notte da una motovedetta tunisina mentre si torvava in acque internazionali, a Sud di Lampedusa. A bordo del peschereccio sono saliti cinque militari tunisini armati. Gli uomini hanno prima rinchiuso il comandante, Giacomo Giacalone, in una cabina. Poi hanno preso il controllo del natante, hanno invertito la rotta e si sono diretti verso Sfax.

La notizia è stata diffusa da uno degli armatori dell'imbarcazione, che appartiene alla società "Pesca giovane srl". Il fatto è accaduto pochi minuti dopo la mezzanotte, nel Canale di Sicilia.

La motopesca siciliana era già nota ai tunisini: ad agosto Anna Madre era finito nel mirino della guardia costiera straniera. Il 2 agosto il peschereccio era già sfuggito a un tentativo di sequestro, sempre ad opera di militari tunisini, e anche il quel caso si trovava in acque internazionali. "Ho appreso la notizia del sequestro dell'Anna Madre dalla Capitaneria di porto – riferisce Giampiero Giacalone – Dalle notizie in nostro possesso sono intervenuti sia la nave della Marina militare italiana che si trovava a una quindicina di miglia dal nostro natante sia un elicottero sempre della Marina militare italiana. E' un fatto anomalo, che stiamo valutando. Al momento attendiamo di avere notizie dalle fonti diplomatiche interessate".

Secondo l'armatore Giampiero Giaccone è certo la nave si trovasse in acque internazionali: “Lo dimostra quello che c'è in stiva: tre tonnellate di gamberi e 100 chili di pesce misto che non si pesca in mare tunisino”.

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