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Maxi furto al Museo Civico di Verona: rubate opere di Mantegna e Tintoretto

È accaduto nella serata di ieri, al Museo Civico di Castelvecchio di Verona: tre uomini si sono introdotti nel museo poco prima dell’orario di chiusura e hanno sottratto ben 17 capolavori. Tra i dipinti rubati anche la “Madonna della quaglia” di Pisanello la “Sacra famiglia con una Santa” di Mantegna. Un valore che si aggira fra i 10 e i 15 milioni di euro, anche se è probabile che le tele finiscano in collezioni private.
A cura di Federica D'Alfonso
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Giovedì sera tre uomini armati con volto coperto hanno fatto irruzione nel Museo Civico di Castelvecchio a Verona, poco prima dell'orario di chiusura, e hanno portato via 17 quadri: sei dipinti di Tintoretto e capolavori di Peter Paul Rubens, Pisanello, Mantegna, e Hans de Jode, fra gli altri. Un colpo studiato, forse su commissione, come ha affermato il sindaco della città Flavio Tosi. Secondo la ricostruzione i tre uomini si sono introdotti nel Museo poco prima dell'orario di chiusura e, dopo aver immobilizzato la guardia giurata e imbavagliato la cassiera, hanno sottratto i dipinti. Il valore dei quadri si aggira fra i 10 e i 15 milioni di euro, ma è probabile, secondo gli esperti, che i quadri finiscano in una collezione privata. "Sono quadri invendibili", ha spiegato il critico d'arte Vittorio Sgarbi, "probabilmente chiederanno un riscatto". Ma si parla anche di un probabile mercato d'arte nell'Est.

"Quando sono entrato a Castelvecchio ho avuto la sensazione di una ferita, uno sfregio per la città", ha detto il sindaco Flavio Tosi. In effetti si tratta di una perdita immensa per la città e il Paese tutto, se i quadri non dovessero venir rintracciati: tra i tanti, "La Madonna della quaglia" del Pisanello, il "San Girolamo penitente" di Jacopo Bellini, ben sei opere di Tintoretto due ritratti firmati da Giovanni Francesco Caroto, e altre di autori meno noti al grande pubblico, come Hans de Jode e Giovanni Benini. I banditi hanno anche danneggiato una tavola di Giulio Licinio che si trovava vicino ai Tintoretto, che però "sarà facilmente restaurabile", ha spiegato la direttrice del museo Paola Marini.

uno dei dipinti rubati: Giovan Francesco Caroto, Ritratto di bambino con disegno
uno dei dipinti rubati: Giovan Francesco Caroto, Ritratto di bambino con disegno

Si pensa ad un furto su commissione: "erano professionisti, non hanno detto una parola e in un'ora e un quarto hanno fatto tutto. Ma non erano esperti d'arte, hanno sicuramente preso opere indicate in una lista", ha dichiarato in serata il capo dell'Ufficio Stampa del Comune, Roberto Bolis. Confermando anche l'ipotesi investigativa del mercato dell'Est come canale più probabile di vendita delle opere. "Esiste un mercato informale per simili capolavori a Est, dove quelle opere potrebbero finire nel salotto di qualcuno. Speriamo di no. Ora si dovranno visionare i filmati delle 48 telecamere del museo, vengono conservati sempre quelli degli ultimi cinque giorni. È probabile che i ladri abbiano fatto degli appostamenti per studiare il colpo. Ma ci sono anche telecamere all'esterno, due banche, ristoranti, quelle della polizia municipale".

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