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Max Ritvo, poeta anti-cancro, è morto a 25 anni

Il giovane poeta è morto a Los Angeles nella sua abitazione. Da dieci anni lottava contro il sarcoma di Ewing, una rara forma di cancro. “Questo è tutto” avrebbe detto il giorno prima di morire. “Non posso scrivere altro”. In autunno uscirà postumo il suo primo volume di poesie.
A cura di Redazione Cultura
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Max Ritvo
Max Ritvo

Max Ritvo non ce l'ha fatta. Il cancro contro cui ha lottato per gran parte della sua breve vita lo ha ucciso martedì scorso nella sua abitazione di Los Angeles. Aveva soltanto venticinque anni. Sua madre, la dottoressa Ariella Ritvo-Slifka, ha confermato la morte.

Di recente le sue poesie erano apparse in "Poetry Magazine" e su "The New Yorker". Il suo primo libro, "Four Reincarnations” sarà pubblicato negli USA il prossimo autunno. Il poeta Louise Glück ha definito le poesie di Ritvo "spavalde intellettualmente e stravaganti da un punto di vista verbale". Max era nato il diciannove dicembre del 1990, a Los Angeles. A tre anni aveva iniziato a comporre i primi versi.

Purtroppo aveva soltanto sedici anni quando gli fu diagnosticato il sarcoma di Ewing, una forma molto rara, e per questo pericolosissima, di tumore. Quel giorno si era rivolto ai medici avvertendo un dolore al fianco, i medici lo sedarono sospettando una polmonite, si risvegliò in un reparto di oncologia. Da lì in poi il calvario. Le cure, le chemio, un anno di terapie portarono alla remissione della malattia, ciò gli ha consentito di diplomarsi e successivamente di iscriversi alla Yale University. Nel 2013 arrivò alla laurea e poi a un incarico da assistente alla Columbia University. Con lui c'era sempre l'ispirazione poetica a fargli compagnia.

"Nel corso degli anni Max ha respinto con forza il cliché della vittima di cancro" ha dichiarato sua madre. "Negli anni della malattia si è a lungo speso parlando della malattia e dell'importanza della ricerca contro i tumori", meritandosi l'appellativo di poeta anti-cancro. Lo scorso agosto il Max aveva sposato Victoria Jackson-Hanen, dottoranda in psicologia a Princeton. Si erano conosciuti nel corso di un corso estivo all'Università di Cambridge nel 2005.

Nelle ultime settimane Max aveva ripreso a star male. In un podcast del 14 agosto la sua voce appariva sempre più debole, fiaccata. Nel corso del tempo, ha dichiarato durante quest'intervista, il suo lavoro era cambiato "da una sorta di poesia, morte, esuberante" a una poesia di lotta, più coraggiosa, alla ricerca di comprensione verso la morte e per rispondere alla domanda: "qual è il mio posto nel mondo?"

"La poesia lo sosteneva" ha dichiarato la famiglia. "Max ha sempre detto che il giorno in cui avrebbe smesso di scrivere, sarebbe stata la sua fine" ha dichiarato sua moglie in un'intervista. Poi lunedì l'aggravamento, Max si sentiva troppo debole per scrivere. "Questo è tutto" avrebbe detto. "Non posso scrivere altro". Sono arrivate le infermiere per un sedativo, la mattina seguente Max è morto nel suo letto.

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