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Matteo Renzi: “Aboliremo l’articolo 18, lo Stato deve aiutare tutti”

Duro l’attacco di Matteo Renzi che, nel corso della trasmissione tv “Che tempo che fa”, ha spiegato la sua “rivoluzione” e ha attaccato i sindacati: “Il mondo del lavoro è cambiato. Basta Art. 18, daremo gli stessi diritti a tutti”.
A cura di Fabio Giuffrida
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E' Matteo Renzi l'ospite di stasera a "Che tempo che fa", la trasmissione tv condotta da Fabio Fazio e in onda su Rai 3. Il Premier italiano ha fatto anzitutto un bilancio sul vertice delle Nazioni Unite tenutosi negli Stati Uniti: "Con Obama ho parlato pochissimo, l'Italia in realtà è già nella coalizione internazionale anche se non partecipiamo ad interventi militari aerei. Di fatto c'è una grande minaccia terroristica in tutto il mondo". E tra i tanti problemi di cui ha dovuto farsi carico l'Italia, spicca senza dubbio l'emergenza immigrazione: "Sono 80 mila le persone che abbiamo salvato nel Mediterraneo in quest'anno di Mare Nostrum. Li abbiamo salvati nel silenzio internazionale". Un progetto molto costoso che ha salvato migliaia di uomini, donne e bambini, fuggiti dalla guerra, e in arrivo sulle nostre coste. Renzi, così, ne ha approfittato per lanciare un messaggio all'Ue: "Dobbiamo trovare un ordine internazionale, l'Europa deve tornare a fare l'Europa, basta solo vincoli e parametri, ci vogliono ideali di civiltà e cultura, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo tornare ai valori di libertà, democrazia e rispetto".

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La riforma sul lavoro: la grande rivoluzione di Renzi

Subito si è affrontato il problema del lavoro. "C'è tanta voglia di Italia nel mondo, dobbiamo recuperare il nostro entusiasmo e la fiducia in noi stessi" ha tuonato il Premier che poi è tornato a parlare di Art. 18: "Tutela solo una parte dei lavoratori. E gli altri? Abbandonati. Il mondo del lavoro è cambiato e noi dobbiamo tutelare tutti. Io sono per la flessibilità e non per il precariato. L'imprenditore deve avere il diritto di lasciare a casa alcune persone, è lo Stato che non deve lasciare a casa nessuno. L'Art. 18 è una battaglia ideologica della sinistra". Poi è partito l'attacco ai sindacati: "Il sindacato si è dimenticato per 40 anni delle mamme, dei giovani..". Renzi non ha risparmiato nemmeno la sinistra, chiedendo al suo partito di guardare al futuro, all'innovazione, alla competizione delle Aziende sul mercato: "Sogno una sinistra che dà opportunità e non una sinistra degli opportunisti. Non deve essere il giudice a decidere sul futuro dei lavoratori ma l'imprenditore, abbiamo fiducia in loro. Con la nostra riforma ci sarà un indennizzo economico, un aiuto da parte dello Stato e persino una proposta di lavoro: così aiuteremo davvero i lavoratori licenziati. L'Art. 18, invece, non lo fa, riguarda pochissime persone ed è solo una battaglia ideologica. Daremo gli stessi diritti a tutti". Una riforma che ha già una copertura finanziaria? "I soldi si trovano, li abbiamo già individuati. Nessuna tassa in più. I soldi ci sono pure per i Comuni e per la scuola".

Fa pace anche con Sergio Marchionne che ha "costruito una Fiat che dal suo Governo non ha avuto un centesimo". Un dietrofront rispetto agli aiuti dei governi che alcune Aziende hanno avuto in tutti questi anni: "Io preferisco la Fiat di oggi che è il settimo produttore mondiale". E sulla magistratura: "E' fatta da persone perbene, fanno benissimo il loro dovere. E' giusto, però, che abbiano 45 giorni di ferie? Dobbiamo metterli nelle condizioni di poter lavorare bene. Da mio padre, ad esempio, mi aspetto rispetto per le istituzioni: però so per certo che i miei figli hanno un nonno perbene". Presto si aprirà la stagione dei diritti sia per lo ius soli che per le coppie dello stesso sesso. Infine Renzi ha parlato della Rai: "Ho rispetto verso l'autonomia dei dirigenti della Rai, non mi interessano i colori politici delle Reti. Io voglio che la Rai faccia cultura".

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