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Mattarella: “La corruzione è conseguenza della caduta della politica”

Il Capo dello Stato ha parlato anche di migranti: “Bisogna riflettere sul fatto che sono persone che lasciano con sofferenza le loro terre perché vedono un’Europa in cui c’è benessere ma ci sono anche pace e libertà”.
A cura di Davide Falcioni
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Il Presidente della repubblica cita Papa Francesco e durante l'incontro con i giovani al Sermig di Torino parla di corruzione: "I corruttori sono i peggiori peccatori, lo ha scritto Papa Francesco prima di diventare arcivescovo di Buenos Aires. Parole di fuoco che condivido. La corruzione – ha aggiunto il Capo dello Stato – è un fenomeno che avvertiamo diffuso, credo che ognuno di noi debba riflettere sul proprio operato. Dobbiamo pensare criticamente a quello che facciamo, ricordare che oltre ai diritti abbiamo dei doveri. È vero, c’è una corruzione che vediamo diffusa come se ci fosse una sorta di concezione rapinatoria della vita – e la cattiva politica ne è complice -. La corruzione, il potere fine a se stesso, sono conseguenza di una caduta della politica".

Il Capo dello Stato ha poi parlato a lungo di migranti ricordando come fosse un fenomeno da sempre presente nella storia. "Ma sta avvenendo qualcosa di diverso perché la facilità nella comunicazione e nella conoscenza reciproca di chi vive in condizioni difficili e vede che ci sono condizioni migliori in altri continenti è un fenomeno epocale da affrontare con intelligenza. C’è sempre stato chi ha avuto la tentazione e l’istinto di chiudersi ma bisogna ragionare in maniera più intelligente e non pensando a scorciatoie impossibili. Noi ogni tanto ci commuoviamo, ma quanti casi ignoriamo? Bisogna riflettere sul fatto che sono persone che lasciano con sofferenza le loro terre perché vedono un’Europa in cui c’è benessere ma ci sono anche pace e libertà".

Sergio Matterella insiste: "Se l’Europa e i suoi cittadini, non si rendono conto della responsabilità storica che ha l’Europa davanti a questi fenomeni, allora tradisce se stessa. Quando pensiamo di non poter accogliere queste persone accettiamo l’istinto, non il cuore o la ragione. Se vogliamo evitare fenomeni imponenti e ingovernabili dovremmo capire che occorre aiutare quei paesi in difficoltà".

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