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Martina Caironi vince l’oro nei 100 metri: è nella storia dell’atletica paralimpica

La campionessa bergamasca non ha tradito le aspettative: nell’ultima giornata delle Paralimpiadi di Rio de Janeiro ha centrato la medaglia d’oro nei 100 metri categoria T42 bissando il successo di Londra 2012.
A cura di Vito Lamorte
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Ultimo giorno di gare da ricordare per il team italiano alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro: Martina Caironi, portabandiera della cerimonia d’apertura, ha bissato il titolo di Londra 2012 e si è presa di nuovo i 100 T42 in 14”97. Oltre alla vittoria dell’atleta di Bergamo c’è anche il bronzo di Monica Graziana Contraffatto, che proprio quattro anni fa perdeva l’uso della gamba destra a causa di un attacco nemico in Afghanistan: la siciliana ha chiuso al terzo posto in 16”30, dietro alla tedesca Vanessa Low (15”17).

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La campionessa bergamasca dopo la gara si è confessata ai microfoni di RaiSport e ha esternato tutta la sua gioia, condita da un pizzico di emozione:

"Stavo per perdere la protesi, per questo ho rallentato, volevo controllare dove fosse la tedesca e se stesse per arrivare sono emozioni incredibili quelle che sto provando in questo momento. Non capisco più nulla, è tutto il peso di questi mesi che mi esce dalla testa. Ho rallentato per girarmi e vedere se arrivava la tedesca. Stavo per vivere un dramma. La vita è imprevedibile come i 100 metri, anche a ‘sto giro poteva succedere il patatrac. Invece è finita ed è finita bene. Sono contentissima. Mi sto emozionando".

La Caironi si è espressa anche sulla prestazione di Monica Contraffatto: "Avere Monica al terzo posto è stato bellissimo, ha contattato me per la prima volta dopo il suo incidente, so da dove è partita. Nel vederla felice è come se avesse realizzato anche il mio sogno. Condividere la gioia non ha lo stesso valore, ma molto di più".

Contrafatto: "Il giorno più bello della mia vita"

Monica Contraffatto è riuscita a salire sul terzo gradino del podio e non ha nascosto l'emozione per questo traguardo:

"Nella vita ci sono momenti belli e altri meno, questo è bellissimo, la vita è bellissima così com’è, ho realizzato il mio sogno. Quando ho visto Martina la prima volta ho detto: voglio mettermi una protesi come lei, correre con lei e vivere una Paralimpiade con lei. Oggi ho fatto tutto. Sono partita da lontano ma ho lavorato molto per arrivare fin qui, questa medaglia la dedico anche a me. E ai miei genitori, il primo messaggio era di mia mamma: sei stata grande e papà si è messo a piangere".

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