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Marò, “la polizia indiana pronta a chiedere pena di morte”, ma il governo smentisce

La notizia è stata diffusa dall’Hindustan Times, che parla di un rapporto in cui si fa riferimento all’incriminazione di pirateria marittima. Ma il portavoce del governo, Syed Akbarudd, afferma che “il caso non rientra tra quelli che sono punibili con la pena di morte”.
A cura di B. C.
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13.10 – Il governo indiano: no alla pena di morte – Il portavoce Syed Akbaruddin afferma che la posizione del governo indiano non è cambiata. "Il caso non rientra tra quelli che sono punibili con la pena di morte", ha ribadito durante una conferenza stampa.

12.55 -De Mistura: pronti a mosse e contromosse– L'inviato del governo per la vicenda dei marò, Staffan De Mistura, prova a rassicurare sulla situazione di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, dopo l'indiscrezione dei media indiani secondo la quale la polizia locale avrebbero chiesto di applicare una legge che prevede la pena capitale: "Siamo pronti ad ogni evenienza con mosse e contromosse" ha detto l'inviato del governo italiano, pur sottolineando che si tratta solo di illazioni di stampa e ricorda che la difesa ha "in ogni caso il diritto di vedere il rapporto ed eventualmente di contestarlo".

Rischia di aggravarsi la situazione dei marò italiani detenuti in India, con l'accusa di aver ucciso due pescatori inermi scambiandoli per pirati. La polizia locale Nia ha infatti presentato un rapporto in cui punta il dito contro Latorre e Girone, in base a una legge che prevede la pena di morte. A sostenerlo un articolo pubblicato dal "The Hindustan Times". Gli investigatori, scrive il quotidiano, avrebbero presentato al ministero degli Interni di Nuova Delhi una relazione in cui si chiede di procedere nei confronti dei due militari in base al "Sua Act" che reprime la pirateria marittima con la pena capitale "nonostante le ripetute richieste pressanti del ministero degli Esteri di trattare il caso con capi di imputazione che prevedono pene più lievi".

Ma la polizia investigativa indiana Nia ha risposto con un "no comment" alla richiesta di conferma dell'Ansa in merito all'esistenza del rapporto. Consultato telefonicamente dall'agenzia di stampa sulle notizie pubblicate dall'Hindustan Times, il vice ispettore P.V. Vikraman si è limitato a dire: "Non posso commentare. Non sono in una posizione per poterlo fare".

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