254 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Marò italiani: un’odissea lunga 10 mesi

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono i due militari trattenuti in India dallo scorso 15 febbraio perché accusati di aver ucciso due pescatori. Oggi l’Alta Corte del Kerala ha concesso una licenza natalizia ai due, poi dovranno tornare in India per il processo. La cronaca di un caso che sta creando tensioni tra Roma e New Delhi.
A cura di Susanna Picone
254 CONDIVISIONI
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono i due militari italiani che dallo scorso 15 febbraio sono trattenuti in India perché accusati di aver ucciso due pescatori. Oggi l’Alta Corte del Kerala ha concesso una licenza natalizia ai due, poi dovranno tornare in India per il processo. La cronaca di un caso che sta creando tensioni tra Roma e New Delhi.

“Lui finalmente a casa, non ci posso credere”, con parole di soddisfazione la sorella di uno dei due militari italiani in India commenta la notizia giunta oggi dal Kerala. Perché Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fucilieri italiani del Reggimento San Marco, torneranno per la prima volta nel nostro Paese, dopo 10 mesi, per trascorrere con le loro famiglie il periodo di Natale. L’Alta Corte del Kerala gli ha concesso una licenza di due settimane (entro il 10 gennaio 2013 dovranno necessariamente tornare) previa una garanzia finanziaria di oltre 800mila euro più una dichiarazione giurata dell’ambasciatore d’Italia in India e dal console generale di Mumbai che deve essere presentata al tribunale di Kollam. Dovranno fornire alla polizia di Kochi gli indirizzi delle loro abitazioni, i loro numeri di cellulare e i dettagli dei movimenti che effettueranno in Italia. Da parte di Latorre e Girone è stata espressa “grande contentezza”per questa licenza tanto desiderata, la stessa contentezza e soddisfazione che trapela dalle dichiarazioni di tanti in Italia. Dal ministro degli Esteri Giulio Terzi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il coro è unanime: c’è sollievo per la notizia che arriva dall’India e speranza che la vicenda dei marò possa al più presto concludersi al meglio. L’Italia conta che al rientro dall’India dei due miliari “secondo gli accordi, potranno finalmente succedere decisioni della Suprema Corte Indiana perché rientrino in patria per essere sottoposti alla giustizia italiana”: così Napolitano sulla complessa vicenda.

Il processo di Latorre e Girone in India – La storia dei marò è stata caratterizzata, in questi lunghi mesi, dagli scontri diplomatici tra l’Italia e l’India, quest’ultimo Paese convinto che tocchi a loro processare i due militari trattenuti con l’accusa di omicidio volontario. Ed è una storia caratterizzata dall’attesa, dai botta e risposta Roma-New Delhi, dai tantissimi rinvii delle sentenze e dalle relative polemiche. L’ultimo rinvio, per il quale il Governo italiano non ha potuto che esprimere delusione e rammarico, è di appena qualche giorno fa. La Corte Suprema indiana ha posticipato per l’ennesima volta la sentenza sui ricorsi presentati dall’Italia per stabilire la giurisdizione per il caso di Latorre e Girone. L’Italia chiede il rispetto delle leggi internazionali che prevedono l’immunità funzionale dei due marò. Il Governo italiano ha parlato del rinvio indiano come di “una decisione incomprensibile” e si è detto profondamente deluso a oltre tre mesi dalla conclusione del dibattimento. Nel duro comunicato di Palazzo Chigi viene ribadita la nostra “ferma posizione condivisa a livello internazionale” e non manca la minaccia di conseguenze sull’impegno internazionale dei nostri militari.

I fatti che risalgono allo scorso febbraio – Dall’Italia sono in tanti a parlare della vicenda dei marò come di qualcosa di incomprensibile, di un caso che doveva essere risolto in poco tempo e che invece si trascina ormai da 10 mesi. Era, infatti, il 15 febbraio di quest’anno quando Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, militari del Reggimento San Marco, sono arrivati in India a bordo della nave Enrica Lexie e da quel giorno è iniziata la loro odissea. I due marò sono trattenuti perché accusati di aver ucciso, dalla petroliera dove svolgevano servizio di sorveglianza, due pescatori indiani (Jelestin, 45 anni, e Pinku, 22) scambiandoli erroneamente per dei pirati. Se New Delhi sostiene da subito la tesi dell’incidente avvenuto in acque territoriali indiane, l’Italia è convinta che lo scontro a fuoco sia avvenuto invece in acque internazionali. In questo modo i due marò diventano le “pedine” di uno scontro diplomatico tra i due Paesi e, mentre i due Stati discutono su come e dove devono essere processati, i due riescono a dare una loro versione dei fatti. Nel corso dei mesi, infatti, il maresciallo Latorre e il sergente Girone hanno avuto la possibilità di restare in contatto con le loro famiglie, di poter spiegar loro ciò che stanno vivendo in un Paese straniero. Per i due pescatori uccisi si sono detti dispiaciuti, a prescindere da come sia successo. E la vicinanza dell’Italia gli è stata dimostrata attraverso le numerose visite dei nostri diplomatici.

104 giorni in arresto, poi la libertà su cauzione – La cronaca della storia dei due marò in India passa per un importante tassello alla fine dello scorso maggio quando, dopo 104 giorni durante i quali sono stati sottoposti a varie forme di carcerazione, i giudici indiani hanno accettato di concedere loro (anche questa volta dopo numerosi rinvii) la libertà su cauzione. Sono stati trattenuti – tra le varie forme di arresto – nel carcere di Trivandrum, capitale del Kerala, ma poi finalmente sono tornati liberi. Una libertà che però non gli ha permesso di tornare in Italia almeno fino a oggi, con la licenza concessa per Natale. E fra le condizioni poste per il beneficio della libertà dietro cauzione (circa 290mila euro) c’era quella di non allontanarsi oltre la zona di competenza del commissariato di Kochi. Attualmente i due marò italiani si trovano in un hotel a Fort Kochi, non possono allontanarsi dalla circoscrizione della polizia e devono presentarsi ogni giorno al commissariato per la firma di presenza. Una realtà, quest’ultima, che dura dallo scorso giugno e che ora, almeno per due settimane, Latorre e Girone potranno dimenticare. La loro odissea in India ricomincerà, dunque, al massimo il 10 gennaio 2013, ma solo dopo aver riabbracciato le loro famiglie in Italia.

254 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views