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Marò, Italia attiva l’arbitrato internazionale: “Latorre resti, Girone torni”

Lo annuncia la Farnesina spiegando che la decisione è stata presa a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l’India e di fronte alla impossibilità di pervenire a una soluzione della controversia.
A cura di Susanna Picone
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L'Italia ha attivato oggi l'arbitrato internazionale sul caso dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, nel quadro della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Lo ha annunciato la Farnesina spiegando che la decisione, che il Parlamento aveva sollecitato, è stata presa a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l'India e di fronte alla impossibilità di pervenire a una soluzione della controversia. L’Italia chiederà immediatamente l'applicazione di misure che consentano la permanenza di Massimiliano Latorre in Italia (è ancora qui per curarsi) e il rientro dall’India di Salvatore Girone nelle more dell'iter della procedura arbitrale. Da parte italiana – si legge in una nota – vi sarà un impegno a tutto campo per far valere con la massima determinazione le ragioni a fondamento della nota posizione del nostro Paese sulla giurisdizione e sull'immunità. Obiettivo dell’Italia – si legge ancora nel comunicato della Farnesina – è la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei due fucilieri di marina ai quali il governo rinnova la sua vicinanza. Nelle ore precedenti l'attivazione dell'arbitrato il governo ha informato della decisione presa i presidenti delle commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera.

Il caso dei due marò in India

L’Italia tenta dunque una prova di forza sul caso dei marò accusati dal governo indiano di aver sparato dalla Enrica Lexie, nel febbraio 2012, durante una operazione antipirateria in acque internazionali e di aver ucciso due pescatori del Kerala. Attualmente Massimiliano Latorre è ancora in Italia (dovrebbe tornare in India il 15 luglio) per curarsi dopo essere stato sottoposto lo scorso gennaio a un intervento al cuore. La Corte Suprema indiana gli ha concesso una prima estensione di tre mesi proprio per motivi umanitari. il collega Salvatore Girone, invece, si trova ancora nell'ambasciata d'Italia in India.

"Affermare l'innocenza e i diritti dei marò"

“Esprimiamo apprezzamento per la decisione del governo di attivare, come richiesto da tempo dal Parlamento, la procedura dell'arbitrato internazionale per la risoluzione con l'India della vicenda dei fucilieri di Marina, attivazione della quale eravamo stati informati nelle ore precedenti”: è il commento dei presidenti delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto, Elio Vito, Pier Ferdinando Casini e Nicola Latorre. “Ora è il momento dell'unità delle Istituzioni e del Paese per vedere finalmente affermati, secondo le norme del diritto nazionale e internazionale, l'innocenza e i diritti dei Marò e dell'Italia, dopo oltre tre anni di ingiusta detenzione. A Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rinnoviamo a nome nostro personale e delle intere Commissioni che rappresentiamo, i sentimenti di vicinanza e solidarietà che abbiamo più volte manifestato”, così ancora i presidenti.

M5S: "Finalmente un atto concreto"

“Finalmente! Con la richiesta di arbitrato internazionale dopo tre anni assistiamo a un atto concreto del governo per riportare a casa i nostri fucilieri di marina Girone e Latorre. Già il 2 aprile 2014, con la risoluzione 7/328 alla Camera a firma Del Grosso, il Movimento 5 Stelle proponeva il ricorso all’arbitrato internazionale”: così i parlamentari del Movimento 5 Stelle. “Siamo consapevoli – hanno detto – che questa è una strada impervia che potrà presentare dei rischi, ma siamo certi che un giudice terzo saprà correttamente valutare la vicenda e risolvere la querelle tra i due Stati. Non possono comunque essere taciute le responsabilità politiche dei governi italiani che hanno gestito in pessimo modo tutta la faccenda fin dall’avvio della missione, su cui prima o poi si dovrà far luce. Prima, però, riportiamo a casa Massimiliano e Salvatore”.

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