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Marò, De Mistura rassicura: “La pena di morte è esclusa”

L’inviato italiano ribadisce ancora quanto detto ieri e confermato anche dal ministro degli Esteri Bonino: “I nostri marò Girone e Latorre non rischiano in alcun caso la pena di morte. C’è una dichiarazione scritta del governo indiano”.
A cura di Susanna Picone
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Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani costretti in India perché accusati dell’omicidio di due pescatori, non rischiano in alcun caso la pena di morte. A ribadirlo di nuovo, dopo il caos di ieri nato da alcune dichiarazioni della stampa indiana, è stato l’inviato del Governo italiano Staffan De Mistura. “I nostri Girone e Latorre non rischiano in alcun caso la pena di morte. Del resto c’è una dichiarazione del governo indiano di ieri, c’è una dichiarazione scritta allorché tornarono in India per mantenere la parola sull’accordo di rientro da parte nostra. Insomma il caso non si pone”: così De Mistura intervenendo a “Prima di tutto” su Radio 1. L’inviato del Governo italiano sul caso marò ha aggiunto che già in passato, quando si sollevò la questione di interrogare gli altri fucilieri in India, la stampa locale escluse che ciò potesse svolgersi lontano dal loro Paese ma alla fine ha avuto ragione l’Italia. L’audizione è avvenuta infatti in Italia tramite videoconferenza. “Il governo indiano mi ha detto: non date peso alle illazioni della nostra stampa, che è molto creativa, per usare un eufemismo, è drammatizzante. E questo è anche il caso di ieri”, ha assicurato De Mistura.

I tempi del processo – L’inviato del Governo italiano ha anche parlato del processo ai marò in India: “Noi abbiamo tenuto duro – ha detto – ed è stato giusto così, sulla questione di interrogare gli altri 4 fucilieri, giacché ci saremmo trovati a quel punto ben 6 nostri connazionali interrogati in India, un fatto inconcepibile, inaccettabile. Questo muro contro muro ha però dilatato i tempi, facendo trascorrere tre mesi, pertanto risolvere la questione entro Natale, che era la nostra speranza, sulla base delle indicazioni degli avvocati indiani, non sarà possibile”. Sarà necessario aspettare il rapporto della Nia (che arriverà forse entro il 15 dicembre) e a quel punto il giudice emetterà il capo di accusa. Questo – ha detto ancora De Mistura – “sarà un passaggio importante perché il capo d’accusa ci dirà in che direzione si vuole mandare il processo. Noi abbiamo argomenti su argomenti, siamo pronti ad affrontare qualunque circostanza, ma sarà un momento cruciale. Poi ci sarà il processo che può durare 3 mesi”.

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