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Marijuana: la legalizzazione in Francia è un affare da un miliardo di euro

L’economista e docente della Sorbona, Pierre Kopp, ha spiegato puntigliosamente quali benefici potrebbero derivare dalla legalizzazione delle droghe leggere. E’ il caso che anche l’Italia ci faccia un pensierino?
A cura di Biagio Chiariello
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In Francia potrebbero aver trovato una soluzione alla crisi economica che attanaglia mezza Europa (Italia compresa nonostante qualcuno dica il contrario): legalizzare la cannabis. E' Peter Kopp, professore presso l'Università Panthéon-Sorbonne (Paris I), a sostenerlo tramite un'intervista a Le Monde. L'economista è dell'idea che il sì alla marijuana e cannabinoidi in genere, potrebbe essere un buon affare per l'erario francese, perché apporterebbe nuovi introiti fiscali e estinguerebbe i costi necessari alla repressione. Mentre il problema del debito sovrano è al centro della maggior parte delle discussioni nel Paese transalpino, Kopp è certo che "la legalizzazione della marijuana porterebbe nelle casse dello Stato un miliardo di euro". Ma come? Di fronte al crescente numero dei fumatori in Francia (1,2 milioni) e al fallimento di tutte le politiche repressive per ridurre i consumi, le domande sorgono: Depenalizzare? Legalizzare? Nella situazione attuale, prosegue il docente, “sono gli spacciatori ad approfittarsi dei 1,7 milioni di francesi che fanno uso regolare di droghe leggere, esclusi quelli che se la producono a casa”. Kopp afferma che è il prezzo dell’erba la variabile cruciale, perché “se è troppo alto aumenterebbe il commercio illegale, mentre se troppo basso i consumi potrebbero crescere”. E poi, naturalmente, l’educazione: “Bisogna prevenire l’uso pericoloso avvertendo i ragazzi dei rischi del sovradosaggio”.  Altro punto focale è l’educazione: "Bisogna fare prevenzione, allertando sugli effetti dei consumi eccessivi e sui rischi di guidare sotto l’influsso della cannabis".

L'obiettivo di Pierre Kopp è significativo soprattutto se rapportato agli attuali costi della politica nella proibizione di canapa in Francia. Innanzitutto va considerata la spesa statale legata agli 80.000 arresti annuali, alla custodia della polizia, agli oneri relativi al funzionamento dei tribunali e all'esecuzione delle pene. La stima del professor Kopp equivale a € 300.000.000 che sarebbero risparmiati a seguito della legalizzazione della cannabis. "In definitiva, il tempo e le risorse potrebbero essere destinati alla prevenzione e alla lotta contro il traffico di altre droghe", ha proposto. Con le dovute precauzioni e controlli, ha concluso l'economista, "la necessità di sopprimere le azioni giudiziarie penali è un'evidenza. Ma, in quanto economista, sono più favorevole a una legalizzazione controllata, con uno Stato che supervisiona produzione e distribuzione".

IN MAROCCO – Anche il più grande produttore mondiale di hashish, potrebbe trarre vantaggi dalla legalizzazione della cannabis. In un articolo apparso sulla rivista Telquel, i due giornalisti Benchemsi e Bart Schut, si sono chiesti "E se legalizzassimo la cannabis?". Secondo il settimanale marocchino " una completa accettazione di consumo, produzione, trasporto e vendita di tutti i derivati ​​della cannabis entro i confini del regno" avrebbe molti vantaggi per il Marocco, soprattutto sul piano finanziario.  Secondo le stime delle Nazioni Unite, i coltivatori di cannabis marocchini avrebbero generato un reddito complessivo di 3,5 miliardi di dirham nel 2010, pari a 30 milioni di euro. Con la legalizzazione, il governo vedrebbe aumentare considerevolmente le entrate fiscali. Potendo dichiarare ufficialmente il proprio reddito, i produttori di hashish contribuirebbero alla crescita del prodotto interno lordo. Un esperto di economia agraria, citato da Telquel, è convinto che la legalizzazione della cannabis porterebbe ad "arricchire il popolo del regione del Rif, oltre che gonfiare il nostro PIL, perché attualmente gli enormi proventi della cannabis non sono conteggiati nelle statistiche nazionali."

E IN ITALIA? Secondo il Prevo.lab, osservatorio della Regione Lombardia, entro il 2012 i consumatori di cannabis italiani saliranno del 20%, arrivando a quota 5 milioni con una età compresa tra i 15 e i 64 anni. Nel nostro Paese l'uso personale di cannabis è proibito dalla legge Fini-Giovanardi (anche se recentemente la Cassazione ha consentito il possesso di una piantina ornamentale). Quest'ultimo ha preso sin troppo seriamente la sua personale battaglia antiproibizionista, fatta più di celebrazioni agli arresti, condanne, sequestri, operazioni, che di vere soluzione al "problema droga". Inutile dire che il proibizionismo si è rivelato finora niente più che un fallimento e non ci sembra che le cose possano cambiare in un futuro prossimo con le attuali politiche che non fanno altro che collocare “fuori dalla legge” il comportamento di intere fasce sociali (in particolare, ovviamente, i giovani e comunque coloro affascinati dall'aura del "proibito" che gravita attorno a canne et simili). Ad arricchirsi con l'attuale regime proibizionistico sono solo le varie organizzazioni criminali presenti nello Stivale. A nostro avviso il governo italiano dovrebbe quantomeno riflettere sull'iniziativa di Pierre Kopp. Soprattutto in questo periodo.

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