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Marco Pantani, per il perito della Procura ipotesi suicidio o errore

Il consulente tossicologico incaricato dai pm evidenzia “una volontà autosoppressiva di Marco Pantani nell’assunzione dei farmaci, pur non potendosi escludere del tutto un clamoroso errore”
A cura di Antonio Palma
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“L’evidenza dell’assunzione di quantità importanti” di farmaci “poco prima della morte rende assai verosimile, a nostro avviso, una volontà autosoppressiva di Marco Pantani nell’assunzione dei farmaci, pur non potendosi escludere del tutto un clamoroso errore in un incongruo tentativo di automedicazione". Sono queste le conclusioni della perizia medico legale ordinata dalla Procura di Rimini sulla morte del campione di ciclismo dopo la riapertura delle indagini decisa la scorsa estate a seguito di un esposto della famiglia dell'atleta. Come riporta il Corriere Romagna, la relazione conclusiva, firmata dal consulente tossicologico Franco Tagliaro, quindi ipotizza nuovamente la possibilità di un suicidio, ma non esclude un errore nell'assunzione di farmaci.

"Pantani sarebbe morto indipendentemente dall'assunzione di cocaina"

In pratica secondo il perito incaricato dai pm riminesi, Pantani era già intossicato dall’abuso di antidepressivi e poco prima di morire avrebbe svuotato un altro flacone di farmaci, quindi sarebbe deceduto comunque indipendentemente dalla forte assunzione di cocaina. Per il perito "l'elevata concentrazione di cocaina nel sangue” è una “circostanza sostanzialmente occasionale” perché “la morte sarebbe intervenuta verosimilmente anche in assenza di cocaina”. Il consulente però non minimizza l'abuso di sostanze stupefacenti da parte di Pantani spiegando che “l’assunzione di cocaina in quantità importantissime ha verosimilmente avuto un ruolo devastante nel manifestarsi e nello svilupparsi della sindrome depressiva e nella ‘compliance’ alla terapia farmacologica di Pantani”.

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