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Marcia della pace di Assisi, Mattarella: “Fermare le guerre è un dovere”

La tradizionale iniziativa quest’anno è stata dedicata alla memoria di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso in circostanze misteriose lo scorso gennaio in Egitto.
A cura di C. M.
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marcia della pace

Prende il via oggi la Marcia della Pace e della fraternità  Perugia – Assisi, quest'anno dedicata alla memoria del ricercatore italiano Giulio Regeni, torturato e ucciso in Egitto lo scorso gennaio, ricordato in apertura da don Luigi Ciotti. Alla tradizionale marcia partecipano numerosi Comuni, Province e Regioni italiane, oltre a numerose associazioni di volontariato. In tutto sono presenti i rappresentanti di 500 città, 300 enti locali e 118 scuole italiane. Tra i vari ospiti, gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico di Amatrice, il paese distrutto dal terremoto dello scorso 24 agosto, capitanati dalla preside Maria Rita Pitoni che, all'apertura della manifestazione, ha voluto ricordare quanto questa occasione sia importante per i ragazzi che hanno vissuto il dramma del sisma pochi mesi fa: "E' la prima volta che noi e questi ragazzi partecipiamo a questo appuntamento e lo facciamo con entusiasmo. Una tappa del percorso cominciato il 13 settembre con la riapertura della scuola. Tra i ragazzi alcuni provengono anche da Accumuli, un altro tra i centri più colpiti dal sisma".

Numerosi i messaggi inviati dalle autorità agli organizzatori della Marcia della pace e della fratellanza, a cominciare da Papa Francesco, che ha inviato "il suo cordiale saluto ed auspica che la manifestazione contribuisca a suscitare sempre più viva la consapevolezza che la guerra distrugge sempre e con essa si perde tutto". Papa Francesco ha inoltre spiegato che "si unisce alla preghiera di quanti hanno a cuore le sorti dell'umanità; invocando la pace che è dono di Dio e, al tempo stesso, responsabilità e impegno degli uomini: attraverso il dialogo e il negoziato possano trovare la loro composizione le controversie e le divergenze che stanno causando terribili sofferenze specialmente ai più deboli. Con tali sentimenti, Sua Santità, invia ai presenti tutta la sua benedizione".

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato, nel suo messaggio, che dovere della comunità internazionale è quello di fermare le guerre ed evitare che i conflitti divengano stragi di civili. "Fermare le guerre non è solo possibile ma, anzi, è un dovere della comunità internazionale. Tante vite spezzate, tante famiglie disperate e sconvolte, tanti bambini uccisi, anche in questi giorni, scuotono la nostra coscienza. Non ci si può rassegnare alla strage e alle violenze di Aleppo", ha spiegato Mattarella che, proseguendo, si è rivolto anche ai giovani partecipanti alla Marcia: "Ai giovani, che esprimono la loro speranza di vedere cancellate le guerre, le violenze e le limitazioni dei diritti umani in ogni angolo del mondo anzitutto tocca far sentire la loro voce. La pace è questione che non interpella solo i vertici delle Nazioni o ristrette classi dirigenti. I popoli subiscono le conseguenze delle guerre. E' da loro  che può venire una nuova stagione di cooperazione, di sviluppo sostenibile, di rispetto reciproco", ha concluso il presidente della Repubblica.

Il coordinatore della marcia della pace e della fratellanza, Flavio Lotti, ha invece parlato di indifferenza delle istituzioni internazionali nei confronti dei popoli ormai stremati dai vari conflitti che esistono nel mondo: "Se non ci assumiamo ciascuno la nostra responsabilità non sarà possibile avere una società di pace, senza conflitti. Vogliamo reagire al silenzio e all'indifferenza di chi ci governa ed è la gente il tratto dominante dell'edizione di quest'anno della Marcia".

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