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Maradona al Teatro di San Carlo di Napoli, il mondo della cultura insorge

Il 16 gennaio, al Massimo partenopeo, andrà in scena “Tre volte 10”, spettacolo sulla vita di Diego Armando Maradona con la presenza del Pibe e per la regia di Alessandro Siani. Ma gli intellettuali insorgono: “Non è cultura”.
A cura di Redazione Cultura
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Diego Armando Maradona
Diego Armando Maradona

L'appuntamento, già sold out, è previsto per il 16 gennaio. Al Teatro di San Carlo di Napoli, il più antico teatro d'Europa, tempio dell'Opera e della grande musica, andrà in scena "Tre volte 10" lo spettacolo sulla vita di Diego Armando Maradona, per la regia di Alessandro Siani e la partecipazione del rapper Clementino. L’appello che il Pibe de Oro ha postato ieri su Facebook ha puntato tutto sull'emozione e sul rapporto speciale che da sempre lega Dieguito ai napoletani. "Cari napoletani – l’esordio nel video sul social network – venite al San Carlo il 16 gennaio, capirete tutto l’amore che nutro per voi". Come detto, il teatro San Carlo è sold out, proprio come lo stadio San Paolo per la sfida Champions del 7 di marzo contro il Real Madrid.

Il mondo della cultura: "Il San Carlo non c'entra col calcio"

Eppure, nonostante la risposta della gente (i biglietti, costosissimi hanno toccato la cifra stellare di 336 euro per una poltrona ma sono andati tutti esauriti), non tutto il mondo della cultura è d'accordo affinché quest'operazione dal carattere estremamente pop vada in porto.

"Il San Carlo è il San Carlo. È un tempio della musica, cosa c’entra il calcio? Ha ospitato Rossini, Donizetti, i più grandi cantanti, i migliori direttori d’orchestra – ha dichiarato il maestro Roberto De Simone a Repubblica – Un’operazione come questa sarebbe inconcepibile a Londra o a Parigi, dove ci sono teatri la cui storia  non è paragonabile a quella del San Carlo. Una cosa come questa, per carità, ma neanche in un teatro di provincia".

La polemica non è destinata a spegnersi in poco. Il tipo di evento organizzato nel tempio napoletano della lirica, a cavallo tra un concerto dedicato a Dvorack e Brahms e il Rigoletto, pone al centro una questione molto sentita in città. Il saggista e critico musicale Francesco Canessa, sempre sulle colonne di Repubblica, aveva scritto:

Il San Carlo si riduce a mero contenitore di eventi senza far caso se si superino o meno i limiti del trash.

Non si poteva essere più chiari di così. Altrettanto, infatti, lo è stato Oscar Nicolaus, tra i promotori del Te Diegum, come riporta il Corriere del Mezzogiorno:

No, non credo che andrò a vedere Diego in teatro, non mi piace tutto questo folklore attorno al dio del calcio mondiale. Sarà raccontato da Siani? Con tutto il rispetto, credo che le sue gesta ci siano state raccontate egregiamente da Gianni Minà. Proietteranno i suoi filmati, va bene. Ma li ho tutti e li vedo comodamente a casa senza spendere questa esagerazione.

Ad essere in discussione, insomma, non è solo la ‘promiscuità' tra mondo del calcio e un luogo denso di storia e cultura come il San Carlo, ma anche il coinvolgimento di altre tipologie di esponenti del mondo dello spettacolo partenopeo e nazionale, come comici e cantanti.

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