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Manchester, polizia: “I complici di Salman Abedi potrebbero possedere una seconda bomba”

L’attentatore della Manchester Arena non era un lupo solitario, bensì un membro di una rete terroristica molto larga e non ancora sgominata del tutto. Secondo le autorità i complici dell’attentatore potrebbero essere in possesso di un altro ordigno.
A cura di Davide Falcioni
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Salman Abedi, l'attentatore della Manchester Arena, non era un lupo solitario. Tutt'altro: il 23enne, nato in Inghilterra e figlio di esuli libici, era solo uno dei componenti di una rete che agli inquirenti appare giorno dopo giorno più articolata e minacciosa e che non sarebbe stata ancora smantellata. Dopo l'attentato la polizia britannica ha arrestato altri uomini, individui pericolosi ma non ancora sufficienti a smantellare l'intero network. Lo scrive il Guardian, uno dei più autorevoli media inglesi, citando fonti investigative e svelando che alcuni complici "sono ancora a piede libero". Il Telegraph aggiunge che il materiale ritrovato nel ‘covo' del terrorista a Manchester conferma i timori di piani già pronti per "una seconda bomba": notizia confermata anche dal Daily Mail, secondo cui un altro ordigno potrebbe essere nelle mani dei complici di Abedi. Il 23enne si preparava ad agire da almeno "un anno", scrive  il Times, sulla base di notizie investigative stando alle quali il Abedi avrebbe creato mesi fa un fondo bancario inattivo, da utilizzare per acquistare il materiale necessario a confezionare l'ordigno della strage, affittando anche l'appartamento utilizzato per costruire la bomba.

Si allenta la tensione con gli USA dopo la fuga di notizie

Nel frattempo si allenta la tensione tra Regno Unito e Stati Uniti, mai negli ultimi anni arrivata a questi livelli. La polizia britannica ieri ha denunciato una fuga di notizie sulle indagini sull'attentato, spiegando che rischia di compromettere l'inchiesta, con particolare riferimento alle foto dell'ordigno pubblicate sul New York Times. Dopo un incontro chiarificatore tra Theresa May e Donald Trump tuttavia le autorità britanniche hanno ripreso a condividere informazioni: lo ha annunciato Mark Rowley, numero 2 di Scotland Yard, responsabile dell'unità nazionale antiterrorismo.  "Sebbene di solito non commentiamo gli accordi di condivisione delle informazioni con le organizzazioni internazionali vogliamo sottolineare che, dopo aver ricevuto nuove assicurazioni, stiamo lavorando a stretto contatto con i nostri partner chiave in tutto il mondo, inclusi tutti quelli dell'alleanza di intelligence cosiddetta dei "cinque occhi". Del gruppo "Five eyes" fanno parte i servizi segreti di Gb, Usa, Australia, Canada e Nuova Zelanda.

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