Manager Moncler ucciso: l’assassino era un appassionato di armi

Si chiama Renato Rossi il reo confesso dell'omicidio di Ezio Sancovich, agente della Moncler. L'uomo, di 68 anni e residente a Martellago. ha confessato di aver assassinato il conoscente ed è ora sotto inchiesta per omicidio volontario. Secondo fonti vicine agli inquirenti la posizione di Rossi potrebbe persino aggravarsi se i magistrati che stanno conducendo l'inchiesta dovessero esaminare la sua pagina facebook, dove emerge chiaramente la sua passione per le armi da fuoco e dove, a commento di una foto postata il 28 dicembre scorso – un selfie che lo riprende in primo piano davanti a decine di fucili -, l’imprenditore usa toni minacciosi. Un suo "amico" gli chiede: "Chi gat da cupar…?", lui replica: "Quei ach vanza!". Che, tradotto dal dialetto ferrarese, significa "uccido chi avanza da me".

In effetti sarebbe stata una questione economica il movente del delitto. Ezio Sancovich, 62enne manager della Moncler, residente a Rubano, è stato trovato privo di vita all'interno della sua auto nella tarda serata di lunedì. Ad ucciderlo tre colpi di pistola alla testa sparati da distanza molto ravvicinata: a quanto pare Rossi – anch'egli attivo nel settore dell'abbigliamento – aveva un debito con il collega di 16mila euro, ed è proprio a causa di quella somma di denaro che avrebbe deciso di commettere l'omicidio. L'assassino ha confessato alla fine di un lungo interrogatorio dei carabinieri di Padova durante il quale è ripetutamente caduto in contraddizione. In queste ore Rossi è in stato di fermo con l'accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione. I due si erano dati appuntamento per discutere la restituzione del denaro ma Renato Rossi da tempo non era più in grado di restituire che gli aveva prestato prestato Sancovich. Per questa ragione avrebbe deciso di ucciderlo, progettando probabilmente a lungo il delitto.