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Malaria, l’ipotesi: “La piccola Sofia forse contagiata con un ago pungidito”

L’ipotesi avanzata dal dottor Walter Pasini, direttore del Centro di Travel Medicine and Global Health. Un ago pungidito, di quelli che si usano per misurare la glicemia e anche per verificare la presenza della malaria, potrebbe aver causato il contagio della bimba trentina morta a Brescia.
A cura di Susanna Picone
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Potrebbe essere stato un ago pungidito, di quelli che si usano per misurare la glicemia ma anche per verificare la presenza della malaria, la fonte del contagio della piccola Sofia Zago, la bambina trentina di quattro anni morta di malaria a Brescia il 4 settembre scorso. L’ipotesi dell’ago pungidito è stata formulata dal dottor Walter Pasini, direttore del Centro di Travel Medicine and Global Health. Il luogo del contagio potrebbe essere stato l’ospedale di Trento, dove la piccola Sofia era ricoverata mentre in pediatria c’erano altre due bambine con la malaria. “Sembra assumere sempre maggior corpo nella vicenda di Trento – così l’esperto – quella che sin dall'inizio appariva l'ipotesi più probabile e cioè che la povera bambina abbia contratto l'infezione nel periodo dal 16 al 20 agosto, dal sangue infetto attraverso un errore umano, quando era ricoverata in un reparto pediatrico che ospitava due bambine africane ammalate di malaria”. Probabilmente, secondo Pasini,  l'ago infetto che ha trasmesso il protozoo della malaria è stato quello pungidito sul polpastrello della mano.

Ma nessuna ipotesi viene scartata – “Sarebbe servito – ha spiegato ancora – per il controllo della glicemia della bambina affetta da diabete. L’ipotesi che una zanzara Anophele, di cui peraltro non risultano tracce nelle trappole dell’ospedale, possa avere punto una delle due africane e poi la piccola appare inverosimile, così come le altre formulate all’inizio”. “La vicenda – ha sottolineato quindi Pasini – pone drammaticamente in evidenza il tema delle infezioni intraospedaliere, che sono le più frequenti e gravi complicanze dell'assistenza sanitaria e componente importante della nocività dell'ospedale”. Nell’inchiesta aperta contro ignoti dalla Procura di Trento per omicidio colposo non viene però scartata alcuna ipotesi, dal contagio ospedaliero a quello di zanzare da bagaglio, fino a quella di una zanzara autoctona in grado di trasmettere la malattia.

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