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Mafia, “pizzo” in crisi e torna la droga: 23 arresti a Palermo (VIDEO)

L’inchiesta condotta dalla Dda palermitana ha scoperto che il sodalizio criminale non riusciva più a sostenersi con il pizzo estorto a commercianti ed imprenditori ed aveva ripreso in mano lo spaccio diretto degli stupefacenti.
A cura di Antonio Palma
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Vasta operazione antimafia condotta questa mattina dai carabinieri di Palermo che ha decapitato i vertici di uno dei mandamenti più potenti del capoluogo sibilano quello di Porta Nuova. Gli uomini dell'arma nell'ambito dell'operazione denominata "Alexander" hanno eseguito una trentina di mandati di custodia cautelare tra le province di Palermo, Trapani e altre parti d'Italia emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Gli arrestati dovranno rispondere a vari titolo dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti. Durante l'indagine che ha portato ai fermi di oggi gli inquirenti infatti hanno scoperto che il sodalizio criminale pur continuando a esercitare una soffocante attività estorsiva sul territorio imponendo il pizzo a commercianti ed imprenditori, erano consapevoli che per la crisi questa attività ormai non permetteva una rendita adeguata e quindi avevano ripreso in mano lo spaccio diretto degli stupefacenti.

L'inchiesta che ha ricostruito gli assetti e le dinamiche criminali del mandamento di Porta Nuova individuandone i componenti, ha portato alla luce che i capi criminali erano preoccupati di non riuscire a far fronte solo con il pizzo alle spese di mantenemmo delle famiglie degli affiliati detenuti e si erano alleati con altri gruppi per gestire direttamente sul territorio le piazze dello spaccio di droga. Come negli anni '80 il gruppo criminale gestiva l'intera filiera, gli stupefacenti venivano acquistati dai mafiosi direttamente dai Paesi produttori del Sud America e del Nord Africa e rivenduti in particolare in alcune zone del trapanese. Oltre agli arresti nell'ambito della stessa operazione i carabinieri hanno sequestrato anche  beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa tre milioni di euro.

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