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Mafia: colpo a tesoro di Messina Denaro, sequestrati 13 milioni a fiancheggiatori del boss

Maxi sequestro di beni contro presunti prestanome del boss che sono già in carcere con l’accusa di aver favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro.
A cura di Antonio Palma
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Non si fermano le operazioni delle forze dell'ordine per stringere il cerchio attorno al superboss mafioso Matteo Messina Denaro. Questa volta ad essere colpito è il patrimonio ritenuto nella disponibilità del boss e formalmente in mano a suoi fiancheggiatori. Su ordine della Dda di Palermo, gli uomini di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza da questa mattina infatti stanno eseguendo diversi provvedimenti di sequestro di beni per un valore di circa 13 milioni di euro. Il provvedimento, disposto dal gip di Palermo Maria Pino su richiesta della locale Procura distrettuale antimafia, riguarda in particolare quattro presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. Le persone colpite dai sequestri sono i boss di Mazara del Vallo e di Salemi, rispettivamente Vito Gondola, allevatore di 77 anni, e Michele Gucciardi, 62 anni, imprenditore agricolo; Giovanni Domenico Scimonelli, imprenditore di 48 anni ritenuto uomo di collegamento con ambienti economici e affiliato alla cosca mafiosa di Partanna; e Pietro Giambalvo, allevatore 77enne del clan di Santa Ninfa.

Tutti e quattro sono già in carcere dall'agosto scorso dopo essere stati arrestati nell'ambito dell'operazione antimafia Ermes con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e favoreggiamento aggravato dalla modalità mafiosa per avere agevolato la latitanza del capomafia di Castelvetrano. I sequestri nei loro confronti sono scattati proprio a seguito degli accertamenti di natura patrimoniale condotti dagli investigatori dopo gli arresti. Le risultanze delle indagini sono state accolte dal giudice per le indagini preliminari che hanno dato il via libera ai sequestri di beni. Il provvedimento riguarda beni mobili, immobili ed aziende, ubicate tra Mazara del Vallo, Castelvetrano, Salemi, Partanna, Santa Ninfa e Trapani. Nel dettaglio si tratta di otto aziende, diverse quote societarie in supermercati, aziende agricole e d'allevamento, 68 immobili tra fabbricati e terreni, due autovetture e 36 rapporti finanziari e bancari.

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