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“Madama Butterfly” torna stasera al Teatro Alla Scala e va in diretta su RAI1

A Sant’Ambrogio Milano fa festa con il ritorno sulle scene della “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini con la bacchetta di Riccardo Chailly e la regia di Alvis Hermanis.
A cura di Massimiliano Craus
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"Madama Butterfly"
"Madama Butterfly"

Dopo le tante chiacchiere dell'autunno finalmente è giunta la festa milanese e scaligera per eccellenza, quel Sant'Ambrogio che protegge la città e che inaugura la nuova stagione d'opera del Massimo. La consuetudine della prima è diventata nel tempo un appuntamento imperdibile per la cittadinanza e per il mondo intero che ci osserva in una delle nostre più eleganti serate di gala. Ed i contenuti di questa prima sono davvero straordinari: si torna ad assaporare la grandezza di Giacomo Puccini e della sua "Madama Butterfly" di cui si ricorda la prima rappresentazione contestatissima del 17 febbraio 1904. Proprio al Piermarini il titolo era stato boicottato dal pubblico più conservatore al cospetto del nuovo teatro musicale europeo. L'editore Ricordi non esitò a costringere il compositore lucchese a rivedere la sua opera e così nacque al Teatro Grande di Brescia la nuova versione della "Madama Butterfly" che abbiamo ascoltato e conosciuto in tutto il mondo. Ma stasera il Direttore Principale del Teatro Alla Scala Riccardo Chailly ripropone la prima rappresentazione assoluta con la ricostruzione di Julian Smith, ovvero quella tanto contestata nel 1904 e probabilmente più cara allo stesso Giacomo Puccini che non ha mai potuto vedere allestita. La regia è di Alvis Hermanis, già apprezzato alla Scala per le nuove produzioni de "Die Soldaten" di Zimmermann e "I due Foscari" di Giuseppe Verdi, e il cast ruota intorno alla Cio-Cio San di Maria José Siri, soprano emergente sui maggiori palcoscenici internazionali. E Milano non lascerà sola Batterfly con il suo dolore e seguirà le sue vicende e l'intera opera pucciniana su più fronti in città. Ecco la cartina degli appuntamenti.

Giacomo Puccini tra l'americano Pinkerton e la giapponese Butterfly

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Quando il compositore mise mano allo spartito era forte in Europa l’attrattiva dell’elemento esotico, particolarmente in voga nel teatro, nelle arti e nella letteratura di quegli anni e "Madama Butterfly" portava sulla scena proprio quel contrasto tra razze e culture che già era stato intuito e sviluppato da romanzi e novelle di fine Ottocento, lasciando qualche traccia anche nel mondo del melodramma. Se la tragedia individuale di Butterfly è provocata dal conflitto tra diverse culture, l’esotismo sarà elemento fondamentale per la coerenza drammatica con la definitiva trasformazione dell’atto unico di Belasco in un dramma in due parti di quello pucciniano.

Il primo atto è ambientato sulla collina di Nagasaki dove il tenente della Marina americana Pinkerton vuole sposare la geisha quindicenne Cio-Cio-San secondo le usanze giapponesi, ovvero sentirsi libero di ripudiarla in ogni momento. Qui compare il console americano Sharpless che si augura che il proprio connazionale non faccia mai del male alla giovanissima sposa e poi, durante le nozze, giunge lo zio Bonzo che maledice la nipote e la fa ripudiare dall'intera famiglia. Da lì la solitudine di Cio-Cio-San avvolta nel suo stesso amore per Pinkerton.

Nella prima parte del secondo atto i due protagonisti non si vedono da tre anni ma il console Sharpless ha una missiva per la geisha in cui Pinkerton annuncia il suo arrivo e comunica di essersi sposato in America. Nel frattempo sono giunte alla giovane varie proposte di matrimonio rispedite al mittente fino a quando il console deve fermarsi al cospetto del figlio di Cio-Cio-San, avuto proprio con Pinkerton.

La seconda parte è tutta concentrata all'alba in cui Sherpless e Pinkerton giungono a casa di Butterfly accompagnati dalla moglie Kate. Qui la geisha intuisce subito il suo destino ma il desiderio di Pinkerton è quello di portar via con sé il figlio avuto con lei. Butterfly ancora una volta dimostra il proprio amore per il tenente così acconsente a patto di poterlo consegnare personalmente al padre. Rimasta sola benda il bambino, dopo averlo disperatamente abbracciato, e poi si uccide con il pugnale con cui già si era suicidato suo padre.
Pinkerton, rientrato nella stanza per chiedere il suo perdono, arriva troppo tardi e non può far altro che accogliere nelle sue braccia il corpo senza vita di Butterfly.

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