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M5S, il sindaco di Gela Domenico Messinese è stato espulso

Il primo cittadino della città siciliana esce dal Movimento 5 Stelle. “Non ha provveduto al taglio del proprio stipendio, venendo meno agli obblighi assunti con l’accettazione della candidatura” si legge nel comunicato che ne annuncia l’espulsione.
A cura di Susanna Picone
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AGGIORNAMENTO – Domenico Messinese è stato espulso dal Movimento 5 Stelle – La decisione è presa: un comunicato di M5S Sicilia, ha annunciato in serata dell'esplusione del sindaco di Gela dal M5S. Messinese, si legge, "è venuto meno agli obblighi assunti con l'accettazione della candidatura e si è dimostrato totalmente fuori asse rispetto ai principi di comportamento degli eletti nel movimento e anche alle politiche ambientali energetiche e occupazionali più accreditate in ambito europeo. Pertanto si pone fuori dal Movimento, di cui, da oggi, non fa più parte". Messinese "non ha provveduto al taglio del proprio stipendio, nonostante il consiglio comunale di Gela abbia votato anche un atto d'impegno in questo senso, col fine ulteriore di generare un effetto domino normativo che avrebbe portato automaticamente alla riduzione delle indennità degli assessori e dei consiglieri".

Dopo l’espulsione della senatrice Serenella Fucksia in casa Cinque Stelle si valuta un altro caso. Questa volta è il sindaco di Gela, Domenico Messinese, a rischiare l'espulsione dal Movimento in seguito al licenziamento di tre assessori della sua giunta, i responsabili di trasporti, istruzione e programmazione sostanzialmente accusati di remare contro l’amministrazione. Secondo quattro dei cinque consiglieri del comune siciliano e i tre assessori cacciati “i potentati economici che per decenni hanno condizionato la politica a Gela hanno fatto breccia anche sul sindaco, che non rappresenta più il M5S”. Per questo gli esponenti del M5S in Sicilia hanno chiesto l'intervento dei vertici nazionali per il sindaco di Gela, già da tempo sotto osservazione. A ottobre Messinese era infatti finito nell'occhio del ciclone per aver affidato al vicesindaco non grillino Simone Siciliano ben 27 deleghe. “Per noi, come da programma – così consiglieri ed ex assessori – erano tre i temi su cui si doveva sviluppare l'impegno amministrativo: rifiuti, condono edilizio e risanamento ambientale. Messinese, invece, ci suggeriva di lavorare su car sharing e ‘casa dell'acqua', dimostrando maggiore interesse per le proroghe di appalti, scaduti e chiacchierati, e per l'accordo di programma con Eni sulla riconversione della raffineria che il M5S aveva sempre contestato e rifiutato”. L'eventuale espulsione del sindaco dal Movimento non dovrebbe in ogni caso interrompere il corso della giunta comunale che resterebbe in carica ma non più sotto il simbolo del M5S.

Messinese: “Non mi faccio influenzare dalle dicerie” – “Non mi faccio influenzare dalle dicerie, le calunnie non mi sono mai piaciute”, ha commentato Messinese intervenendo a Sky Tg24. Dai vertici del Movimento, ha osservato il sindaco, “c'è stata abbastanza latitanza. Se sono stati latitanti per mantenere la libertà di gestione locale, bene, ma se è per abbandonare un sindaco che crede nel Movimento 5 stelle è un'altra cosa. Io sono del M5S. Nessuno a me mi ha contattato né mi ha comunicato nulla”, ha spiegato precisando che a suo modo di vedere “le azioni di un amministratore devono essere sempre per il bene della collettività, mai per il bene dei singoli o di singole forze politiche”.

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