M5S, Crimi smentisce l’esistenza della “blacklist dei giornalisti”
La ‘black list' dei giornalisti scuote il M5S. In una mail inviata dallo staff dei Cinque Stelle a senatori e deputati grillini, si annunciava la “fase 2 della comunicazione" dei parlamentari pentastellati ai quali si vieterebbe di rispondere alle domande dei “giornalisti che si sono già dimostrati inaffidabili se non addirittura in malafede”. La questione ha scandito tutta la giornata di ieri. La conferenza stampa organizzata a Montecitorio per parlare di "democrazia partecipativa e referendum" si è trasforma inevitabilmente in una serie di domande sulla presunta lista di proscrizione. L'assemblea dei deputati ‘cinque stelle' alla Camera si trasforma in un processo. A stemperare le tensioni ci prova Vito Crimi, capo gruppo dei senatori ‘cinque stelle' al Senato, "Noi abbiamo due gruppi di comunicazione, uno alla Camera e uno al Senato, che ci danno supporto e suggerimenti. Questo è quello che fanno e nient'altro. Non danno un indirizzo politico", prova a mediare Crimi. E quindi nega l'esistenza una black list di cronisti con i quali non dover parlare. "Non è giusto fare liste" dice. Sulla ‘Fase 2' della gestione comunicativa (così come si legge nella mail), aggiunge: "Fase 2? Piuttosto, chiamiamola fase di maturazione…". E poi ammette: "In questi mesi abbiamo subito una comunicazione passiva, abbiamo dovuto rincorrere, anche per colpe nostre". Non manca, però, un'accusa alla stampa "bramosa nella ricerca del gossip". Ma Crimi subito smorza i toni: "Diciamo che la colpa è reciproca. Noi siamo inesperti ma questa è la nostra forza. Se fossimo stati esperti, avremmo preso altre strade".