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M5S attacca Renzi: “È un baro, vuole rimandare referendum e cambiare Italicum”

Continuano le polemiche sulle “voci” di modifica della legge elettorale, con il M5S che attacca ancora il Presidente del Consiglio.
A cura di Redazione
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Continuano le polemiche intorno alla “possibilità” che la maggioranza scelga di modificare la legge elettorale approvata in questa legislatura. Come vi raccontavamo, tutto nasce dalla calendarizzazione di una mozione di Sinistra Ecologia e Libertà – Sinistra Italiana, nella quale si manifestano dubbi sulla costituzionalità dell’Italicum; la questione sarà discussa ala ripresa dalla pausa estiva alla Camera e, secondo qualche retroscenista, sarebbe l’occasione con la quale il PD intende affossare una legge elettorale che potrebbe favorire il Movimento 5 Stelle.

Malgrado le smentite di rito da parte del PD, in casa 5 Stelle si continua a credere che la volontà del Presidente del Consiglio sia quella di cambiare l’Italicum e di posticipare il referendum sulla riforma della Costituzione, in modo da avere più tempo a disposizione per recuperare consensi.

E la polemica è violentissima:

In Italia il cambiamento è iniziato, ma c'è chi fa finta di niente e chi prova a bloccarlo, che è come cercare di fermare il vento per le mani.

Le elezioni amministrative sono state vinte dalle idee e dalle proposte del MoVimento 5 Stelle, la forza politica più presente nei comuni al voto e quella che ha preso più voti di tutti al primo turno. Tutti, perfino il premier non eletto, hanno dovuto prendere atto che non si tratta di protesta, ma di voglia di cambiamento che il M5S ha saputo interpretare. Sono state quindi presentate al governo cinque proposte 5 Stelle che sono presenti nel programma per uscire dal buio del 2013 con cui abbiamo vinto le politiche e in quello presentato dai nostri candidati sindaci che hanno vinto a giugno. La risposta è stata prima il silenzio assoluto, poi un nuovo decreto a favore delle banche e ora il cambio delle carte in tavola.

Anziché attivarsi per il Reddito di Cittadinanza, il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari o l'abolizione di Equitalia il Pd ora pensa solo a come bloccare il cambiamento con due mosse:

– la modifica della legge elettorale, non per inserire le preferenze ma perchè l'Italicum prevede il ballottaggio e Renzi ha paura di esser battuto con un 70 – 30 come successo a Roma

– la posticipazione del referendum costituzionale, perché il premier non eletto ha personalizzato il referendum salvo poi rendersi conto dopo il voto del 19 giugno che gli italiani non vedono l'ora di mandarlo a casa

Si fanno le regole ad partitum e quando non gli vanno più bene le cambiano, impegnando la Camera che costa 100.000 euro al giorno a occuparsi dei loro affari e non degli interessi di dieci milioni di italiani che vivono in condizioni di povertà o delle imprese che chiudono a centinaia ogni giorno. I portavoce M5S hanno combattuto contro l'Italicum, presentato una legge elettorale scritta in Rete e cercato il dialogo con il Pd per una legge che fosse a garanzia dei cittadini, non dei partiti. Renzi ha pensato solo al suo. Ora vuole cambiare le carte in tavola perché ha paura di perdere. Un baro da due soldi e con la coda tra le gambe.

Se non è capace di capire le priorità degli italiani glielo spieghiamo noi: 1) Reddito di Cittadinanza 2) Abolizione Equitalia 3) Abolizione IRAP 4) Dimezzamento stipendi parlamentari 5) DASPO ai politici corrotti. Non certo cambiare la legge elettorale per cercare di evitare l'inevitabile. Non si può fermare il vento con le mani.

Quando il MoVimento 5 Stelle sarà al governo la legge elettorale sarà ancorata alla Costituzione per evitare che i partiti possano cambiarla come vogliono quando fa comodo a loro.

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