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Luca Zingaretti a teatro: “Con ‘The Pride’ racconto l’amore gay”

Luca Zingaretti in visita nella redazione di Fanpage.it ci racconta la sua esperienza come regista e attore teatrale con “The Pride”, lo spettacolo in scena al Teatro Bellini, in cui racconta la storia di una coppia gay che non riesce a trovare la propria strada. Con lui abbiamo anche parlato della nuova serie di Montalbano che andrà in onda da lunedì 29 e del suo rapporto con Andrea Camilleri.
A cura di Andrea Esposito
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È venuto a trovarci nella redazione napoletana di Fanpage.it l’attore e neo regista teatrale Luca Zingaretti che si trova in città, al Teatro Bellini, per concludere la tournée del suo spettacolo, “The Pride” che ha riscosso grande successo in tutta Italia. Con lui abbiamo anche parlato dei nuovi episodi del commissario Montalbano che andranno in onda da lunedì 29 su RaiUno.

“The Pride” è un testo di nuova drammaturgia scritto dall’autore anglo-greco Alexi Kaye Campbell e che racconta due storie alternate: la prima, ambientata nel 1958, la seconda nel 2015. Protagonisti di entrambe le vicende sono Philip, Oliver e Sylvia (i personaggi per volere dell’autore hanno gli stessi nomi e sono interpretati dagli stessi attori). I temi di fondo della pièce sono l’amore, la fedeltà, il perdono, ma tutto ruota intorno al fatto che la coppia, o meglio le due coppie sia quella del ’58 che quella del 2015, sono formate da Oliver e Philip, interpretati rispettivamente dal bravissimo Maurizio Lombardi, un performance la sua che resta scolpita nella memoria anche dopo lo spettacolo, e da un Luca Zingaretti in una veste davvero insolita e molto riuscita: “Ho deciso di portare in scena un personaggio omosessuale – ci ha raccontato l’attore – non senza temere che il pubblico non l’avrebbe presa bene, che non mi avrebbe, per così dire, ‘riconosciuto’. Ma un attore, anzi un artista, non deve mai porsi il problema di ciò che al pubblico può piacere o meno, ciò che conta è l’urgenza che sente di raccontare una storia o interpretare un personaggio”.

Per oltre due ore di spettacolo le storie procedono a scene alterne. In un primo momento, sembrano non avere molto in comune, a parte i nomi dei personaggi e il fatto che entrambe le coppie siano costituite da persone dello stesso sesso. Naturalmente più lo spettacolo va avanti, più si scoprono echi e rimandi interni tra le due vicende. L’aspetto più riuscito dello spettacolo, anzi la cosa che lo rende davvero molto godibile e che fa letteralmente volare le due ore di durata, è la qualità degli interpreti e l’affiatamento che riescono a instaurare in scena: a parte i già citati Lombradi e Zingaretti, molto bravi anche Valeria Milillo e Alex Cendron: “Con gli attori c’è grande affiatamento – prosegue Zingaretti -, io ho cercato di mantenere un certo rigore nella recitazione poiché essendo lo spettacolo molto fitto di dialoghi temevo che col passare delle repliche avremmo portato il testo altrove. Perciò ogni tre giorni, anche durante la tournée, rimettevo in prova lo spettacolo”.

La regia di Zingaretti insieme con le scene di Andrè Benaim provano a mediare e a rendere più fruibile per un pubblico ampio, da Stabile italiano, un testo che fa pochi sconti e che non risparmia battute forti e sferzate. “The Pride” infatti è una tipica pièce da teatro off inglese che Zingaretti ha saputo adattare, non senza una certa dose di coraggio e di sfida, anche per un pubblico più borghese e più agée. Va da sé che avremmo preferito un allestimento più scarno, ma è del tutto evidente che la confezione, con qualche didascalia qua e là, serve a indorare una pillola che altrimenti difficilmente andrebbe giù a tutti. Non dimentichiamo che siamo l’unico paese in Europa che ancora non è riuscito ad approvare una legge sulle unioni civili. Da non perdere.

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