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Lorys Stival: i familiari di Veronica Panarello in tv per fini economici

L’informativa della polizia e dei carabinieri, agli atti dell’avviso di conclusione indagini della Procura sulla morte di Lorys Stival, ricostruisce anche rapporti tra media e familiari di Veronica Panarello, la mamma del bambino accusata dell’omicidio.
A cura di Susanna Picone
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Nelle 260 pagine di carte depositate dalla Procura della Repubblica di Ragusa dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini a Veronica Panarello in vista della richiesta di rinvio a giudizio per omicidio aggravato c’è di tutto, dalle testimonianze raccolte dopo la morte avvenuta il 29 novembre del 2014 del piccolo Andrea Lorys Stival a Santa Croce Camerina, alle accuse del papà del bambino alla moglie arrestata e detenuta per il delitto, fino alle intercettazioni dei familiari della mamma del piccolo Lorys che secondo i pm trattavano compensi per rilasciare interviste in televisione. Per l’omicidio del piccolo Lorys la sfida tra accusa e difesa appare infatti anche mediatica: secondo squadra mobile e carabinieri alcune partecipazioni dei familiari della Panarello a trasmissioni televisive “avrebbero un fine economico”, ma anche quello di “convincere l'opinione pubblica dell'innocenza di Veronica”.

D’Urso intercettata mentre tenta di convincere la mamma di Veronica – L'informativa della polizia e dei carabinieri ricostruisce i rapporti tra media e i familiari della donna. Si parla anche di “un presenzialismo marcato” di qualcuno degli invitati. “Gli stessi – si legge tra l'altro nell'informativa – appaiono più interessati a conquistare il giudizio popolare attraverso i media che, piuttosto, proporre al giudice competente le tanto asserite prove tramite le quali Veronica potrebbe essere scagionata”. Per giorni e giorni dopo la morte di Lorys la mamma e la sorella della Panarello sono state le protagoniste di tante trasmissioni e le conversazioni intercettate fanno dire agli inquirenti che “la morte di Lorys per l'intera famiglia Panarello è diventato un business economico”. Secondo le ricostruzioni della Polizia a fare cambiare idea alla mamma della Panarello (che improvvisamente inizia a difendere la figlia) sarebbe stato l'avvocato della mamma di Lorys, Francesco Villardita. “Se vuole, può rifare un'altra intervista per ritrattare tutto quello che è stato detto su Veronica e puntualizza che lo deve fare di sua spontanea volontà e non perché glielo sta dicendo l'avvocato”, così l’avvocato alla mamma della Panarello. Intercettata anche Barbara D'Urso mentre, per convincere la mamma di Veronica a tornare in trasmissione per sostenere la tesi innocentista, dice: “Dobbiamo rimanere sul pezzo, perché altrimenti l'opinione pubblica si convince che Veronica è davvero colpevole”.

Duro scontro in carcere tra Veronica e il marito – L'informativa racchiude poi le testimonianze dell'accusa, il percorso di quel giorno e della settimana precedente della Panarello ripreso da 21 telecamere e sfociate in 154 immagini inserite nel documento consegnato alla Procura di Ragusa, che coordina le indagini con il capo dell'ufficio, Carmelo Petralia, e il sostituto Marco Rota. Si parla anche di un duro scontro in carcere tra la Panarello e suo marito, Davide Stival. “Tu non dici la verità”, “No, io non mento, l'ho accompagnato a scuola”, così il faccia a faccia tra i genitori della vittima. Lui che le contesta gli spostamenti in auto, la verità che emergerebbe dalla riprese e lei che non cede, quasi mai, e insinua il dubbio. Il 4 aprile 2015 la Panarello ha un cedimento e dice al marito: “Mi sa che ho preso un'altra strada…”, e lui le contesta di essere una bugiarda. Quando il marito la invita a “dirgli un po’ di cose”, Veronica si blocca: “No Davide, non posso”. L'ipotesi che possa sapere qualcosa la donna la fa trapelare con una familiare: “Devo cercare di capire certe cose appena le avrò capite farò un nome”.

Panarello: “Quando esco dal carcere troverò io il colpevole” – Ai familiari la Panarello avrebbe detto di aspettarsi di tutto: “Se dovessero dirmi di confessare qualunque cosa pur di vedere il bambino – così al padre e alla zia in carcere – non prendetelo come un tradimento ma io lo farò”. Tra le ipotesi avanzate da Veronica Panarello, in colloqui con familiari, anche quella che “delitti del genere possono essere compiuti soltanto da persone senza scrupoli, trafficanti di armi e droga”. La Panarello ha detto anche di essere disposta a farsi il carcere senza clamori “e quando esco me lo vado a cercare io chi è stato”. Lo ha ribadito anche quando lo scorso agosto, uscita in permesso dal carcere, è andata sulla tomba del figlio: “Tornerò a trovarti libera e gliela faccio pagare a chi è stato… a mamma”.

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