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Lorys, il movente dell’omicidio è la relazione fra Veronica e il suocero

A spingere Veronica Panarello ad uccidere il figlio Lorys sarebbe stata una relazione extraconiugale con il suocero: un movente ritenuto “plausibile” anche dalla Procura.
A cura di Fabio Giuffrida
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Ha ucciso suo figlio, volontariamente, con estrema lucidità, e poi ne ha occultato il cadavere. Non ha tenuto un buon comportamento processuale visto che, nel giro di pochi mesi, ha cambiato quattro versioni. La perizia psichiatrica ha escluso la presenza di un disturbo psicologico clinicamente rilevante. Insomma, non stupisce la richiesta di condanna a 30 anni di reclusione per Veronica Panarello, la madre del piccolo Lorys, accusata di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Nessun riferimento alla premeditazione.

Chiesti 30 anni di carcere

Il colpo di scena, invece, è stato un altro. La pubblica accusa, pur non credendo alle parole di Veronica Panarello, ha sposato in parte il movente fornito dall'imputata. Un "movente plausibile", così lo ha definito la Procura di Ragusa. A scatenare l'omicidio, dunque, sarebbe stata la presunta relazione extraconiugale con il suocero Andrea Stival. Il piccolo Lorys, di fatto, avrebbe visto "qualcosa che non doveva vedere" e avrebbe minacciato la Panarello di raccontare tutto a papà Davide, spesso assente per motivi di lavoro. Così, forse in preda al panico, Veronica Panarello ha "eliminato" suo figlio, strangolandolo con delle fascette da elettricista.

Andrea Stival non era sul luogo del delitto

In questa terribile storia ci sono dei dati incontrovertibili. Andrea Stival, quella mattina, non è mai entrato in casa della Panarello né si trovava nei paraggi nell'arco temporale in cui si sarebbe consumato l'omicidio. Il piccolo Lorys, dunque, è rientrato in casa da solo perché non voleva andare a scuola e da lì non è mai uscito. Anzi, secondo l'accusa, ne è uscito morto, nascosto all'interno dell'autovettura che la Panarello aveva parcheggiato all'interno del suo garage. Non è credibile, tra l'altro, che il suocero sia stato fatto salire a bordo dell'auto nell'unico punto non ripreso dalle telecamere, dal "grande fratello" di Santa Croce Camerina.

Veronica Panarello chiama Andrea Stival

Non convince, poi, quella telefonata che Veronica Panarello fa al suocero Andrea Stival, subito dopo aver scoperto che il piccolo Lorys era sparito nel nulla. "Gli ho detto ‘Andrea, il bambino è lì con te, per caso?' e lui ha risposto ‘No, il bambino no'" ha raccontato la Panarello agli inquirenti. Resta impossibile ricostruire il contenuto integrale di quella telefonata considerando che le indagini – comprese le intercettazioni telefoniche ed ambientali – non erano ancora scattate.

"Veronica telefona al suocero alle ore 12.30-12.40 (o poco dopo le 12.20, ndr) e, preoccupata, gli comunica di aver saputo che Lorys non era mai arrivato a scuola nonostante lei lo avesse accompagnato nei pressi dell'istituto scolastico. La circostanza della telefonata di Veronica è stata confermata anche dalla compagna di Andrea Stival" scrive il giudice Vagliasindi.

Chiamato in correità dalla Panarello, Andrea Stival rimane indagato, pur essendo certo – secondo l'accusa – che non si trovasse, il 29 novembre 2014, sul luogo del delitto e che, di fatto, non può aver ucciso il nipote.

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