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Lorys Stival: dall’omicidio all’arresto della madre Veronica, le tappe della storia

Il 29 novembre 2014 Veronica Panarello si presenta dai carabinieri di Santa Croce Camerina (Ragusa) per denunciare la scomparsa di suo figlio Andrea Lorys Stival, 8 anni. Il bambino verrà ritrovato qualche ora dopo: era stato ucciso. Dopo giorni di indagini l’8 dicembre la mamma di Loris è stata fermata con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Il 17 novembre 2015 afferma: “L’ho portato nel canalone, ma non l’ho ucciso”.
A cura di Susanna Picone
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“Non ho trovato mio figlio all’uscita dalle lezioni, aiutatemi”: è sabato 29 novembre quando Veronica Panarello, 25 anni, si presenta alle 12.45 dai carabinieri di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, per denunciare la scomparsa di suo figlio Andrea Lorys Stival, 8 anni. Racconta di averlo portato la mattina a scuola come tutti i giorni e di non averlo trovato al termine delle lezioni. Immediate scattano le ricerche ma quattro ore più tardi il piccolo Lorys viene ritrovato senza vita. Il suo cadavere era stato abbandonato in un canalone nei pressi del Mulino Vecchio, a 4 chilometri dalla scuola “Falcone e Borsellino” che il bambino frequentava. A scoprire il corpo è un cacciatore del posto, Orazio Fidone: conosceva la zona e per questo, spiegherà ai giornalisti, si è unito alle ricerche del bambino.

Il giorno successivo, domenica 30 novembre, il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, apre un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti. Viene disposto il sequestro dell'auto del cacciatore, ma la sua iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto necessario per procedere agli accertamenti tecnici.

Sul corpo del piccolo Lorys Stival viene effettuata l’autopsia che conferma, il primo dicembre, quanto gli investigatori avevano ipotizzato sin dal primo momento. Il bambino è stato ucciso. Non è certo che abbia subito abusi sessuali inoltre non si trova lo zainetto blu con le cinghie gialle che il piccolo aveva con sé. Gli inquirenti ipotizzano che il ragazzino possa essere salito sull'auto di qualcuno che conosceva, non lontano da scuola, là dove la mamma Veronica Panarello dice di averlo lasciato prima di andare a un corso di cucina al castello di Donnafugata.

Il 2 dicembre la mamma di Lorys viene chiamata in questura come persona informata dei fatti e si fanno strada le prime incongruenze della sua versione: suo figlio Lorys non compare nelle immagini dei video sin qui acquisiti dagli inquirenti. Poi c’è il mistero delle mutandine: intorno all'ora di pranzo, davanti alla scuola viene ritrovato un paio di slip blu che in un primo momento sembrano appartenere al bambino (che non li aveva indosso al momento del ritrovamento). Sua mamma però non li riconosce.

Nel pomeriggio del 3 dicembre viene perquisita la casa dei genitori di Lorys: sono “atti specifici di polizia giudiziaria”, spiega il procuratore di Ragusa, “per l'acquisizione di elementi che potrebbero rivelarsi utili al prosieguo delle indagini”. Intanto dai video continuano ad arrivare informazioni che sembrano smentire il racconto di Veronica Panarello: in uno dei filmati passati al setaccio da polizia e carabinieri si vede la mamma che alle 8,15 si avvicina all'auto con i due figli ma solo il più piccolo, Diego, sale in macchina. Lorys dopo una breve discussione torna verso casa.

È il 4 dicembre quando l’autopsia rivela altri dettagli sulla morte del bambino: Lorys sarebbe stato strangolato con una fascetta di plastica da elettricista. Nello stesso giorno gli investigatori ripercorrono con Veronica Panarello il percorso che la donna sostiene di aver fatto sabato 29 novembre con il figlio. Vengono effettuati alcuni accertamenti anche nella casa di campagna di Fidone.

Il 5 dicembre emerge che le telecamere poste sulla linea della scuola frequentata dal piccolo Lorys sabato mattina non hanno ripreso la Polo nera della mamma. Inoltre viene confermato che la morte del bambino è stata provocata da asfissia da strangolamento, ed emerge l'ipotesi che il bimbo poteva essere ancora vivo, ma agonizzante, quando è stato buttato nel canalone. Una delle insegnanti del bambino, Teresa Iacona, racconta di essere rimasta sorpresa quando il papà di Lorys, su richiesta della mamma, le ha consegnato una busta di fascette elettriche che sarebbero servite a scuola. Ma nessuna delle insegnanti le aveva mai chieste in quanto pericolose.

Col trascorrere delle ore emergono sempre più dubbi sulla versione della mamma: il 6 dicembre si viene a sapere che la sua auto, ripresa da un video, per attraversare l'area vicina a quella del Mulino vecchio, dove è stato recuperato il cadavere di Lorys, impiega 9 minuti, cioè molti di più di quelli necessari. Inoltre viene fuori che le fascette usate per strangolarlo sarebbero state utilizzate anche per legare i polsi al bambino.

Il 7 dicembre si intensificano le ricerche dello zainetto blu di Lorys, che sembra svanito nel nulla. In chiesa, nella messa della domenica, il vice parroco di Santa Croce Camerina attacca i giornalisti: “Tante telecamere, anche qui in chiesa oggi, è una vergogna. Evidentemente non hanno altro da fare”.

Il giorno successivo, è lunedì 8 dicembre, Veronica Panarello viene prelevata a casa e condotta negli uffici della procura per essere sentita dal procuratore capo Carmelo Petralia e dal sostituto Rota. In tarda serata la donna viene fermata con l’accusa di omicidio volontario aggravato del figlio Andrea Lorys Stival e l’occultamento del cadavere.

Il 12 dicembre il Gip convalida il fermo per la Panarello, che resta in carcere. Nel corso dei mesi successivi trascorsi dietro le sbarre la mamma di Lorys continua a ribadire la sua innocenza. A quasi un anno dalla morte del bambino viene formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio per Veronica Panarello, accusata di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Nei giorni precedenti l’udienza preliminare (fissata per il 19 novembre) nuovi colpi di scena. Interrogata a sorpresa il 13 novembre Veronica cambia versione: dice di non aver accompagnato quel giorno il piccolo Lorys a scuola ma ribadisce di non averlo ucciso.

Poi il 17 novembre la donna viene portata di nuovo a Santa Croce Camerina per un sopralluogo alla ricerca dello zainetto del figlio. Viene poi portata in Procura a Ragusa e lì la mamma di Lorys fornisce la sua ultima verità. A suo dire Lorys sarebbe morto mentre giocava con le fascette elettriche che lo hanno strangolato. Per la Panarello sarebbe stato dunque un “incidente” avvenuto dopo che lei era tornata a casa, dopo avere accompagnato a scuola il figlio più piccolo. Dopo avere fatto di tutto per salvarlo, presa dal panico avrebbe preso il corpo del bambino e lo avrebbe adagiato nel canalone di Mulino Vecchio. “L’ho portato nel canalone – dice Veronica – ma non l’ho ucciso”.

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