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Lorenzin: “Pronti ad assumere 20mila ricercatori nella sanità pubblica”

La ministra della Salute parla di ricercatori da assumere con contratti che possono durare sette anni o più. La sfida è quella di regolarizzare i precari già presenti e di attrarre altri professionisti.
A cura di Susanna Picone
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La ministra della Salute Beatrice Lorenzin, aprendo a Roma gli Stati generali della ricerca sanitaria, ha parlato di una “grande bellezza” che va curata. Il riferimento è alla ricerca scientifica, “un settore ad altissimo tasso di potenziale innovazione”. L’idea della Lorenzin, meglio spiegata al quotidiano Repubblica, è quella di regolarizzare i precari presenti e attrarre altri professionisti. E assumere ricercatori nel servizio sanitario nazionale con contratti che possono durare sette anni ma anche il doppio. La ministra parla di ventimila possibili assunzioni. “Partiamo dall'idea di rendere possibile per loro un percorso all'interno della sanità ospedaliera. In questo senso ci siamo ispirati all'Irlanda. Nei nostri Irccs (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico tra i quali il Besta di Milano e il San Matteo di Pavia) ci sono già circa 10000 precari. Persone che lavorano con contratto di uno o due anni, a progetto, senza avere certezze per il futuro”, ha spiegato Lorenzin al quotidiano. Il Ministero vuole con dei bandi selezionare chi merita di ottenere il finanziamento per condurre una ricerca: “Offriremo contratti che in una prima fase arrivano a durare fino a 7 anni. Ci saranno valutazioni ogni anno per capire come procede il lavoro. Se tutto va bene si potrebbe arrivare fino a 15 anni di contratto. Altrimenti si interrompe il rapporto”.

L’idea è quella di aumentare gli stipendi ma soprattutto di dare stabilità: “Spesso – ha spiegato Lorenzin – i ricercatori vanno via dall'Italia proprio perché non hanno certezze sul futuro del progetto di studio che stanno portando avanti”. “Stiamo creando – ha detto ancora la ministra – uno scenario nuovo, nel quale dare tranquillità a chi già lavora e offrire nuove opportunità a chi ha talento”. A proposito del dato sull’aspettativa di vita la ministra ha parlato di prevenzione e della necessità, in Italia, di dover “invecchiare meglio” e dunque di lavorare per promuovere “stili di vita legati all'alimentazione e all'assenza di alcol e di fumo”. Inoltre ha citato la vaccinazione, definita “il primo salvavita”.

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