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Londra: trovato un corpo nel Tamigi, forse è l’ottava vittima dell’attentato

Il corpo trovato nel Tamigi è probabilmente l’ottava vittima dell’attacco al London Bridge del 3 giugno. Potrebbe appartenere a Xavier Thomas, cittadino francese disperso dalle sera degli attacchi.
A cura di Susanna Picone
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Finora sono sette le vittime accertate dell’attentato terroristico del 3 giugno scorso di Londra. Decine i feriti, alcuni in gravi condizioni, e diverse anche le persone che dopo gli attacchi sul London Bridge sono finite nell’elenco dei dispersi, dato che nessuno ha avuto più loro notizie. Tra queste un francese, il quarantacinquenne Xavier Thomas, che si trovava a Londra con la fidanzata, che è rimasta gravemente ferita nell’attacco. Era stata la sorella di lei a lanciare un primo appello su Facebook: “Sono in viaggio per Londra. Mia sorella Christine e il suo amico Xavier sono rimasti vittime dell’attentato di Londra. Chiedo a chiunque abbia notizia di lui di mettersi in contatto, è disperso e siamo terribilmente preoccupati”, aveva scritto nelle ore successive all’attentato postando una foto della coppia. Il timore è che possa essere dell’uomo il corpo recuperato oggi nelle acque del Tamigi. A dare notizia del ritrovamento di un corpo da parte della polizia di Londra è Sky News. Si tratterebbe appunto della terza vittima francese, che farebbe salire a 8 – scrive l'Associated Press – il numero dei morti dell'attentato del 3 giugno. Le due vittime francesi finora accertate sono Sebastien Belanger, 36 anni, e Alexandre Pigeard, 27 anni.

I tre terroristi di Londra – Intanto a Londra, mentre proseguono le indagini sull’attentato, le autorità hanno reso noto i nomi dei tre terroristi dell’attacco. Si tratta di Khuram Butt, Rachid Redouane e Youssef Zaghba, quest’ultimo italo-marocchino. Il primo, 27 anni, era considerato il capo della cellula che ha sferrato l'attacco ed è l'uomo che compare nel documentario di Channel 4 sull'integralismo islamico nel Regno Unito mentre srotola una bandiera dell'Isis. Youssef Zaghba fu fermato a marzo 2016 all'aeroporto di Bologna, città da cui stava per prendere un volo diretto a Istanbul. L’italo-marocchino aveva con sé solo un piccolo zaino, il passaporto e un biglietto di sola andata: circostanze sospette, che insieme alla rotta aerea per la Turchia, ne fecero disporre il fermo per accertamenti.

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