Lombardia: dalla legge a sostegno dei genitori separati esclusi gay e coppie di fatto
La Regione Lombardia dovrà esprimersi nei prossimi giorni in merito a una proposta di legge avanzata dalla Lista Maroni: quella di dare un sostegno economico ai genitori separati. Ma sul provvedimento è già polemica, perché i criteri di accesso ai finanziamenti escludono sia le coppie di fatto che quelle omosessuali, nonché coloro che non abbiano vissuto nella Regione per almeno 5 anni.
Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Nuovo Centrodestra hanno presentato 51 emendamenti alla proposta che, in concreto, prevede l'erogazione di un contributo economico per 18 mesi a quei genitori che si sono separati da non più di tre anni. Non solo, la legge facilita per costoro l'accesso alle graduatorie per l'ottenimento delle case popolari. La proposta piace alla Lega Nord: la legge, infatti, consoliderebbe il sostegno ai padri e alle madri introdotto dall'assessore alla famiglia Maria Cristina Cantù e che prevede l'erogazione di 2.400 euro in sei mesi.
Il bracio di ferro in queste ore si sta tenendo all'interno della maggioranza e riguarda il nome della legge, che inizialmente doveva intitolarsi “Norme a tutela dei genitori separati e/o divorziati e dei loro figli”. La Lista Maroni, tuttavia, ha presentato un emendamento che prevede la sostituzione di "genitori" con "coniugi". Un escamotage che escluderebbe le coppie non sposate ma che – come rileva Stefano Carugo (Nuovo centrodestra) – potrebbe "aprire a quelle omo, dopo la sentenza di Grosseto che ha dato il via libera alla trascrizione in Italia del matrimonio contratto all’estero da due omosessuali. Non possiamo permetterlo: già i fondi sono pochi, cerchiamo di mirarli alla famiglia tradizionale".