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Livorno, 83enne offre la sua casa a sette immigrati africani

I sette sono tutti rifugiati: “Erano perseguitati nella loro terra. Hanno visto morire amici e parenti. Adesso si stanno ambientando, sono ovviamente confusi e ancora spaventati, hanno tanti bisogni, ma anche tanta intelligenza e stanno facendo del loro meglio per farsi accettare”.
A cura di Davide Falcioni
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"Metteteveli a casa vostra!". Quante volte, parlando di immigrati, ci siete sentiti dare questa risposta perché "colpevoli" di aver difeso la loro scelta di scappare da guerre e persecuzioni per trovare in Europa condizioni di vita dignitose? Ebbene, l'82enne toscano Romano Busdraghi ha messo a disposizione il suo appartamento a sette ragazzi africani in difficoltà: "Bisogna che ognuno, nel proprio piccolo, faccia qualcosa per cambiarlo questo mondo", ha dichiarato l'uomo a Il Tirreno. "Le cronache in queste ore ne raccontano il dramma – sottolinea l'uomo, che ha messo a disposizione la sua casa di Piombino – Siamo in un momento in cui chi può deve dare il suo contributo, è un obbligo morale. E io, nei limiti delle mie possibilità, non ho fatto altro che dare un appartamento vuoto a ragazzi coraggiosi che, a costo di rischiare la vita, sono venuti in Italia in cerca di una speranza perché scappano da guerre e miseria".

Romano ha ospitato sette ragazzi, tutti ventenni, sbarcati qualche mese fa in Calabria: due vengono dalla Costa D'Avorio, due dalla Guinea, due dal Gambia e uno dal Mali. Vengono seguiti dagli operatori di un cooperativa, la Odissea, che gestisce il progetto di accoglienza e assistenza col supporto del Comune. "Sono venuto a conoscenza della cosa tramite amici in comune con il coordinatore, Giacomo Poeta. Quando mi hanno presentato il progetto – spiega Busdraghi – ho capito che era una cosa strutturata bene: c’è la cooperativa, la prefettura, se ne interessa l’assessore Ticciati, l’Asl e ho inteso che c’era di mezzo anche la Regione. Insomma una garanzia, innanzitutto per loro perché non sono soli. In situazioni del genere, se non si ha nessuno alle spalle è facile poi cercare qualche espediente per mangiare e sopravvivere. Quindi ho subito accettato mettendo a disposizione un appartamento che avevo libero, ammobiliato e adatto a ospitare queste persone".

Ma chi sono  sette giovani? "Hanno chiesto asilo politico, erano perseguitati nella loro terra – spiega – Hanno visto morire amici e parenti, e sono venuti qui per restare non per andare in altri paesi. Adesso si stanno ambientando, sono ovviamente confusi e ancora spaventati, hanno tanti bisogni, ma anche tanta intelligenza e stanno facendo del loro meglio per farsi accettare. Vogliono innanzitutto imparare l’italiano, cercare poi un lavoro, insomma vogliono una vita".

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