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Assemblea Pd, Renzi torna alla guida del partito e costituisce la nuova segreteria

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Una settimana dopo le primarie del Partito Democratico, che hanno nuovamente consacrato Matteo Renzi segretario, il Pd si appresta a costituire la nuova segreteria del Partito.

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Assemblea Pd, verso la nuova segreteria di Matteo Renzi

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Una settimana dopo le primarie del Partito Democratico, domenica 7 maggio il partito riunisce l'assemblea nazionale per proclamare ufficialmente Matteo Renzi segretario e Maurizio Martina, ministro della politiche agricole nonché sostenitore in ticket della mozione congressuale di Renzi, vicesegretario Pd. La riunione si svolge all'Hotel Marriot di Roma e durante la giornata i delegati eleggeranno il nuovo presidente del Partito Democratico e la nuova Direzione nazionale. L'assemblea è composta da 1000 persone, più 21 segretari regionali, 100 parlamentari e 70 membri di diritto (fra ex segretari, esponenti di governo eccetera). Renzi dispone di 700 delegati, Orlando 212 ed Emiliano 88. Secondo le prime indiscrezioni, Matteo Orfini dovrebbe essere riconfermato alla presidenza del Partito Democratico, ma si vocifera che anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, sia in lizza per la poltrona, mentre la vicepresidenza, come anticipato, dovrebbe andare al ministro Maurizio Martina.

A cura di Charlotte Matteini
14:12

Assemblea Pd, Orfini riconfermato presidente. Bonifazi di nuovo tesoriere

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Matteo Orfini è stato eletto presidente del Partito Democratico dall'assemblea Pd: tutti favorevoli tranne 16 no e 60 astenuti. Barbara Pollastrini (mozione Orlando) e Domenico De Santis (mozione Emiliano), vicepresidenti. Francesco Bonifazi è stato confermato tesoriere con 11 astenuti. Sulla riconferma di Orfini si era espresso in senso contrario Andrea Orlando, che aveva auspicato "un passo indietro rispetto alla scelta compiuta nella prima segreteria: ci vorrebbe un presidente di garanzia".

A cura di Charlotte Matteini
14:09

Emiliano: "Un nuovo fallimento del Pd avrebbe proporzioni gravissime"

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"Mi sento parte di questa comunità che il 14 ottobre del 2007 abbiamo fondato, costruimmo un progetto politico che inizialmente a qualcuno sembrava freddo. Oggi siamo arrivati a un congresso vero. Abbiamo dato vita a un congresso in fretta, ma lo abbiamo fatto e ci siamo battuti. Io farò quello che ho sempre fatto: sarò coerente e leale con i valori e i principi del partito cui appartengo, con me stesso, con tutte le persone che mi hanno sostenuto. Un nuovo fallimento avrebbe proporzioni gravissime. E un nuovo fallimento del Pd non fa comodo ai tuoi avversari interni, Matteo. Questa è un'unica arca nella quale sono comprese tutte le speranze e le possibilità per consentire all'Italia di venire fuori dalle crisi di questi anni. Io vedo la tua sofferenza. E allora questa sofferenza mostrala. Perché questa gente non ha bisogno di superuomini al comando. A vincere è la comunità", ha dichiarato il governatore della Regione Puglia e sfidante di Matteo Renzi alle primarie dello scorso 30 aprile, Michele Emiliano.

A cura di Charlotte Matteini
13:36

Orlando attacca: "Abbiamo assunto le prassi della peggior politica, tra clientelismo e nepotismo"

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Subito dopo l'intervento in assemblea del neo-segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, è il turno dello sfidante Andrea Orlando: "Nonostante il congresso sia andato bene, non per me ma per il Pd, non tutti i nodi sono sciolti. Abbiamo fatto la scelta di rivedere con il Jobs Act le norme del mercato del lavoro. Possiamo discutere se tutto ha funzionato come doveva? Possiamo fare o no un tagliando per vedere cosa ha funzionato o no o siamo nell'ambito della sacralità? Io chiedo di discuterne", spiega il ministro della Giustizia.

"Mi piacerebbero sì le campagne, ma campagne che avessero l'obiettivo di debellare la povertà assoluta in tre anni, che nel nostro Paese vede 4milioni e mezzo in povertà assoluta e 100mila bambini sotto la soglia minima di nutrizione. Una campagna per vedere se lo studio per i capaci e meritevoli è assicurato quando vengono da una famiglia operaia. Dopo mamma, che in Italia viene prima di tutto, mi piacerebbe che tra quelle parole ci fosse sempre la parola Europa perché questa è la dimensione minima per una battaglia di giustizia sociale".

"Mettiamoci d'accordo sulla sua lettura. Abbiamo dato uno strumento per manifestare un malessere e gli italiani lo hanno utilizzato. Noi quel messaggio lo dobbiamo raccogliere. Ripensando anche tante cose che abbiamo fatto insieme. Per esempio i bonus non sono una cattiva parola, ma don Milani diceva che dare parti uguali a situazioni diverse è la massima delle ingiustizie. Allora sì, abbiamo sbagliato anche sui bonus".

"In larga parte del paese noi abbiamo assunto le peggiori prassi della politica: il clientelismo, il nepotismo. L'idea che il consenso si costruisca con il potere. Un'idea ingenua, che poteva valere quando esisteva la spesa pubblica: oggi fai contenta una persona e ne fai arrabbiare 50. Il meccanismo della rottamazione non ha funzionato. Ho sentito che siamo entrati in una fase in cui passeremo dall'io al noi. Cosa vuol dire, allargare un po' il gruppo dirigente o fare in modo che le riunioni si concludano in modo diverso da come sono cominciate?".

"Dobbiamo costruire un altro partito, In cui ci si iscrive al partito e non alle correnti. Attenzione: le correnti le abbiamo fatte vivere tutti, ma le correnti se sono portatrici di proposte non sono il male della democrazia, lo sono se sono solo un brand sotto il quale il trasformista di turno si fa collocare di volta in volta. Tutti devono fare la loro parte perché non sia così. Io farò la mia parte. Io mi sono battuto contro la scissione. E credo che la scissione sia un errore drammatico. Ma tra Berlusconi e Bersani continuo a preferire Bersani. Il Pd senza la costruzione del centrosinistra è condannato a un rapporto privilegiato con Berlusconi che lo metterà in grandissima difficoltà".

"Sono convinto che Grillo, Salvini e Berlusconi hanno interesse a tenersi questa legge elettorale. Ma sono convinto che non sia interesse del Paese né del Pd. Non sono convinto dell'idea che il nostro destino sia quello di infinite sequenze di larghe intese. Io vedo una strada soltanto: quella di una legge di cui noi assumiamo l'iniziativa".

A cura di Charlotte Matteini
12:45

Assemblea Pd, Renzi proclamato segretario: la diretta streaming

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A cura di Charlotte Matteini
12:35

Renzi: "Basta sparare sul quartier generale. La gente vuole proposte, non polemiche"

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In apertura, il neo-segretario del Partito Democratico Matteo Renzi apre l'assemblea nazionale del Pd. "Con queste primarie non ha vinto Matteo Renzi, ha vinto il Pd, il Pd che non litiga, che guarda avanti. La gente da noi non vuole polemiche, vuole sapere come cambiare le cose per migliorarle. Vi faccio una proposta: visto che dobbiamo arrivare al 2021 insieme, diciamoci veramente alcune parole di verità. O noi siamo consapevoli di quello che siamo noi oggi, oppure non ha senso stare insieme", spiega l'ex presidente del Consiglio. "Grazie ad Andrea Orlando e Michele Emiliano. Delle istanze di Orlando prendo la parola ‘unità’, da quelle di Emiliano la parola ‘Mezzogiorno’ e le metterò al centro della nostra azione. Adesso bisogna lavorare insieme, sapendo che il nemico è quello che sta dall’altra parte del campo. Chi dice che oggi votare Macron e Le Pen è la stessa cosa dice una bestialità”, ha proseguito Matteo Renzi.

"Grazie a chi oggi si rimette in cammino. Cinque mesi fa, il 7 dicembre, concludevo l'assemblea Pd dimettendomi da premier. Questa è però l'esperienza di un popolo che si rimette in gioco. Questo è un popolo che non ha paura di ripartire e di rimontare mettendo al centro una comunità politica che cerca di fare il bene dell'Italia. Sento parlare di flop delle unione civili. I diritti si affermano, non si contano. E sono orgoglioso di ave imposto questa legge con la fiducia. Per 5 mesi ne abbiamo viste di tutti i colori, abbiamo dato l'impressione di essere una comunità di uomini e donne capaci solo di litigare, tradendo così lo straordinario messaggio che il nostro popolo ci dà. Il Pd non può accettare di essere un luogo in cui tutti sparano contro il quartier generale sperando di avere visibilità. La gente non vuole da noi polemiche, ma proposte".

“Altro che partito personale! Il Pd è un partito che ha dei riferimenti precisi a livello internazionale e degli amministratori fantastici a livello territoriale. Nessuno del Partito Democratico ha messo o metterà in discussione il governo della Repubblica guidata da Paolo Gentiloni. Lo diciamo da cinque mesi e lo ribadiamo qui. Io sono contento del lavoro che fa il governo, soprattutto perché sta concludendo un lavoro cominciato da noi e lasciato a metà a causa del No al referendum. Noi siamo quelli che stanno dalla parte del governo”, ha proseguito Renzi.

“La legge elettorale è un capitolo sul quale il Pd non farà la parte del caprio espiatorio, non ci faremo prendere in giro dagli altri partiti. Le altre forze politiche hanno bocciato il referendum istituzionale dicendo che in sei mesi si sarebbe messo a posto il Paese. Non è vero, hanno riportato il Paese nella palude. Oggi quelle forze politiche hanno una responsabilità davanti al Paese, noi ci siamo sentiti dire sempre e solo dei No. La responsabilità di questo stallo non è nostra, non saremo noi a farci inchiodare da una classe dirigente che aveva garantito delle cose davanti agli italiani".

"Rosico per il voto di stasera in Francia perché il ballottaggio avrebbe dato ai cittadini la possibilità di scegliere. Non ci facciamo prendere in giro dalle altre forze politiche. Ci hanno portato nella palude e lo dicevo. Quelle forze politiche che hanno agitato il rischio autoritario hanno una responsabilità perché abbiamo proposto di tutto, dall’estensione dell’Italicum al sistema alla tedesca. Loro hanno la maggioranza in prima commissione al Senato e devono avanzare una proposta. Non saremo noi a farci inchiodare dalle responsabilità di una classe dirigente che aveva garantito agli italiani una soluzione migliore. Il ballottaggio dava una certezza al cittadino. Adesso che è stata bocciata la riforma restano le larghe intese. Se avete proposte tiratele fuori purché siano decenti. Nel frattempo governiamo col governo Gentiloni con onestà. Noi assicuriamo il governo, la legge elettorale dipende dagli altri”.

Sulla riforma della legittima difesa, che tanto sta facendo discutere, Matteo Renzi spiega: “Nessuno vuol alzare il livello della forza. Ma non la spieghi una differenza tra giorno e notte. Dobbiamo lavorare a rafforzare le dotazioni delle forze dell’ordine. Ma dobbiamo anche essere duri con i criminali e Minniti sta facendo bene, ha recuperato un messaggio che dice che la sicurezza è l’architrave della comunità del Paese. Non puoi vivere nella paura ed essere capaci di difendere la propria casa non significa essere la destra ma difendere questo principio”.

A cura di Charlotte Matteini
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