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“Licenziata perché madre”. Ditta veneziana condannata a pagare 20mila euro

Secondo il giudice l’azienda deve “risarcire la violazione di un bene primario fondamentale della vita quale il diritto per una lavoratrice madre a prestare l’attività lavorativa a parità di condizioni rispetto alla generalità dei lavoratori”.
A cura di D. F.
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Ventimila euro. Tanto è stata condannata a dare una ditta veneziana a una sua ex dipendente che – a rientro dalla maternità – aveva subito prima un trasferimento di sede poi addirittura un licenziamento. La donna, originaria di Martellago, in provincia di Venezia, si è rivolta al consigliere di parità della sua provincia, che ha a sua volta presentato ricorso al Tribunale del Lavoro di Venezia, che ha accertato la natura discriminatoria del comportamento adottato dall'azienda. "Si tratta – ha sostenuto il giudice – di risarcire la violazione di un bene primario fondamentale della vita quale il diritto per una lavoratrice madre a prestare l’attività lavorativa a parità di condizioni rispetto alla generalità dei lavoratori, ossia a non essere in quanto madre discriminata". Il giudice ha dunque sanzionato la ditta con 20mila euro per la grave violazione del diritto della lavoratrice a poter realizzare liberamente la sua vita familiare.

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