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Libia, sequestro italiani. Il sindaco di Ghat: “Conosciamo i rapitori”

Bruno Cacace e Danilo Calonego sono stati sequestrati due giorni fa nel sud ovest della Libia ma una banda locale due giorni fa.
A cura di Davide Falcioni
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L'organizzazione che ha rapito in Libia i due lavoratori italiani Bruno Cacace e Danilo Calonego è nota alle autorità locali per aver compiuto in passato in passato rapine e imboscate ai danni di stranieri. A renderlo noto – in un'intervista rilasciata all'Associated Press – è Hassan Osman Eissa, portavoce della municipalità di Ghat, che tuttavia non ha voluto fornire ulteriori dettagli limitandosi a dire che in merito è in atto un'inchiesta. Nel frattempo Claudio Taffuri, capo dell'Unità di Crisi della Farnesina, ha dichiarato: "E' troppo presto per definire i contorni e la reale matrice di questo evento. E' una situazione che va seguita ora per ora" e "con estrema attenzione", ha spiegato. In merito all'ipotesi del sequestro lampo il diplomatico ha aggiunto: "Il tempo in una certa area del mondo ha una valenza diversa da quella che gli attribuiamo noi".

Danilo Calonego e Bruno Cacace sono stati rapiti lunedì mattina insieme a un cittadino canadese nei pressi della città di Ghat, nella Libia sudoccidentale, al confine con l'Algeria. I nostri due connazionali lavoravano alla manutenzione dell'aeroporto della città come dipendenti della Con.I.Cos di Mondovì e sono stati sequestrati "tra le sette e le otto di ieri mattina nel corso di un sequestro a mano armata perpetrato da ignoti mentre si trovavano sulla via che collega la zona di Tahala e Ghat", ha spiegato Eissa.

Chi sono Danilo Calonego e Bruno Cacace

Danilo Calonego, 68 anni, è originario di Peron, sulle Prealpi Bellunesi, e frequenta la Libia dal 1979. In passato è stato meccanico di bus e camion aveva recentemente accettato di lavorare per la Con.I.Cos all'aeroporto di Ghat. Nel 2014, dopo essere stato costretto a una rocambolesca fuga nel deserto per evitare gli scontri della guerra civile libica, disse: “Non sarei rimasto così tanto tempo in Libia, se le persone lì non fossero così buone”. Bruno Cacace viene da  Borgo San Dalmazzo, cittadina alle porte di Cuneo, e come il suo collega e un profondo conoscitore della Libia. Separato dalla moglie, quando era in Italia viveva con la madre: “Speriamo che non lo sappia ancora. Lei lo aspetta sempre con tanta gioia, quel figlio che sta lontano così tanto tempo, ma che quando torna è tutto per lei".

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